Il progetto non figura nel piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022, bocciato tuttavia dal Consiglio comunale. L’assessore Prestigiacomo: “C’erano altre priorità e comunque i finanziamenti non scadranno a breve, lo inseriremo triennio successivo”. Artale: “Se non viene realizzato facciamo un assist alla mafia”
13 Agosto 2021
L’asilo che il prete antimafia padre Pino Puglisi sognava per Brancaccio diventa un caso burocratico-politico. I tempi per la sua costruzione si allungano, ma c’è anche chi adesso teme che la realizzazione del nido “I piccoli di Padre Pino Puglisi” sia a rischio. A lanciare l’allarme è Maurizio Artale, presidente del centro Padre Nostro, che punta il dito contro la Giunta Orlando per non aver inserito il progetto nel piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022, atto che tuttavia è stato bocciato dal Consiglio comunale lo scorso mese di aprile.
L’assessore comunale ai Lavori pubblici, Maria Prestigiacomo, ribatte che “i finanziamenti destinati alla realizzazione del nido di Brancaccio non scadranno a breve” e promette che “il progetto troverà posto nel piano del triennio successivo”. La questione fa riemergere i contrasti tra Consiglio e Giunta sul piano delle opere pubbliche e allo stesso tempo segna una frattura fra l’amministrazione e l’associazione che da decenni opera a Brancaccio. Infatti, il presidente del centro Padre Nostro è agli inquilini di Sala delle Lapidi che adesso si rivolge: “Tutto il Consiglio comunale – dice – oggi ha il dovere civile, ma soprattutto morale, di realizzare quel sogno che don Pino Puglisi ha barattato con la sua vita, donandola per i suoi piccoli, alla mano vile della mafia. Il rischio reale è quello di perdere il finanziamento e offrire un assist alla criminalità organizzata, per usare una metafora calcistica. Si può dire che mentre le istituzioni temporeggiano, la mafia si muove e fa i fatti”.
Il progetto dell’asilo nasce nel 2018 quando, su iniziativa del centro Padre Nostro, il Comune, l’arcidiocesi e la fondazione Giovanni Paolo II cominciano a collaborare per realizzare la struttura su un terreno comunale che si trova nel quartiere. Grazie all’impegno del quotidiano della Cei, Avvenire e di tantissimi donatori, il Centro riesce a realizzare il progetto esecutivo e, attraverso un concorso di idee, lo presenta al Comune. Inoltre, grazie ai fondi del Patto per Palermo, il governo Conte I destina tre milioni di euro per la realizzazione del nido di Brancaccio. “A questo punto il sogno sembrava pronto per diventare realtà!”, afferma Artale.
Ma quando la Giunta, a marzo scorso, approva il piano 2020-2022 il progetto dell’asilo però non c’è. “Lo inseriremo nel piano triennale delle opere pubbliche 2021-2023 – spiega a PalermoToday l’assessore per la Rigenerazione urbana, Maria Prestigiacomo – perché i finanziamenti destinati alla realizzazione del nido di Brancaccio non scadranno a breve, in quanto sono stati oggetto di una proroga da parte del governo nazionale. C’erano asili nido invece che, dovendo essere finanziati coi fondi di Agenda urbana, avevano scadenze più vicine e quindi erano prioritari”.
Prestigiacomo insiste nel dire che “se il Consiglio non approverà il piano 2020-2022, la Giunta non potrà portare all’esame di Sala delle Lapidi quello relativo al triennio successivo”. Per il consigliere Giulia Argiroffi, gruppo Oso, però, le cose stanno non stanno proprio così: “Quando è stato bocciato il piano 2020-2022, gli uffici e lo stesso assessore avevano garantito al Consiglio che non ci sarebbero state ripercussioni. Si potrebbe procedere con il nuovo piano, ma difficilmente ciò avverrà perché prima bisogna chiudere la partita sul bilancio. In merito al progetto dell’asilo di Brancaccio, il dubbio è che l’amministrazione abbia scelto di rimandare il suo inserimento nel piano dopo che l’architetto Fabio Seminerio, il progettista, è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Giano Bifronte. Anche se il progetto nulla ha a che vedere con Giano Bifronte”.
Secondo Artale, la sorte del progetto dell’asilo, che fu benedetto da Papa Francesco il 15 settembre 2018, assieme a quello della piazza di Brancaccio, dipende dalla volontà politica sia nel caso che ritorni in Aula il piano delle opere pubbliche bocciato ad aprile – “il Consiglio potrebbe fare un emendamento” – sia nell’ipotesi che si discuta il nuovo piano triennale. “A circa un mese dall’inizio delle manifestazioni in memoria del XXVIII anniversario del martirio del beato Giuseppe Puglisi, il 15 settembre 2021 – è l’appello di Artale – crediamo che non ci sia modo migliore per riparare al danno che ad oggi la comunità di Brancaccio e la memoria del beato stanno subendo. Se malauguratamente così non sarà, verrà difficile spiegare anche ad un extraterrestre perché tutte le forze politiche di questa città, nessuna esclusa, avendo il terreno, il progetto e persino i fondi non abbiano costruito l’asilo nido di Brancaccio”.
Artale infine replica all’assessore Prestigiacomo: “Dire che il progetto dell’asilo a Brancaccio non è prioritario – dopo che lei stessa ne aveva apprezzato la bontà – è davvero paradossale, visto che quest’opera è stata concepita da padre Puglisi la bellezza di 28 anni fa. Ricordo all’assessore che nel piano triennale non c’è un tetto ai progetti. E inoltre bisognerebbe dare priorità a quelle opere che hanno già i fondi stanziati, come nel caso dell’asilo di Brancaccio, per il quale non è nemmeno richiesto il cofinanziamento del Comune”.
Maria Teresa Camarda e Daniele Ditta
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