“Il Mediterraneo non è una frontiera, i flussi dobbiamo regolarli, garantirli, perché siano garantite le condizioni di dignità e di sicurezza nell’attraversare il mare. Ma non è una frontiera, e quando si è pensato di farla diventare abbiamo creato tanta sofferenza”. Lo ha affermato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, intervenendo stamani a Firenze alla presentazione del progetto di un Consiglio dei giovani del Mediterraneo.
“Viviamo il Mediterraneo – ha affermato Zuppi – come voleva La Pira, con la bellezza dell’incontro, di tante correnti profonde che ci uniscono, da sud a nord e da est a ovest. L’intuizione di La Pira era questa: il nostro Paese come punto di incontro. Se non c’è questo, è facile che crescano le divisioni e diventi luogo di scontro. Devi investire sull’incontro, sulla conoscenza, sulla relazione”. “Come garantire – si è chiesto – il cammino comune tra le civiltà del Mediterraneo? Con un patto di fraternità. Ne abbiamo bisogno, ed è il servizio che le Chiese possono offrire a quest’area del mondo. Amore per la casa comune a partire non da presunte solide certezze ma da un amore di testa, cuore, mani e anima”. Il presidente della Cei ha citato l’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti” che contiene, ha sottolineato, “una grande visione del futuro, per certi versi anche molto lapiriana, La Pira anticipava molti contenuti della Fratelli Tutti”. >“Siamo in un momento particolare – ha proseguito – in questi mesi si compiono delle scelte che segneranno il nostro immediato futuro. Che ci sia anche questa visione del Mediterraneo, e che queste scelte abbiano questa consapevolezza è importante. Questo può significare un investimento culturale, creare canali continui tra università… Questa visione aiuterà a impostare il futuro”. “Qualche volta – ha aggiunto – si usa l’identità per differenziarsi dagli altri. In genere quando si ha paura o quando si è adolescenti. Quando si è maturi non si ha paura di mettere in discussione la propria identità, anzi si comprende la propria identità in relazione agli altri. L’identità del nostro umanesimo, di una visione cristiana come quella di La Pira, aperta agli altri, è un’identità matura, consapevole che può far crescere anche noi, ci fa trovare un ruolo per il nostro Paese e per la Chiesa che è in Italia” Zuppi ha fatto riferimento al convegno dei vescovi del Mediterraneo del febbraio scorso, affermando che ci saranno “altre tappe future perché il cammino continua, e il fatto che continui con i giovani dà molta speranza” e citando “la passione del cardinale Gualtiero Bassetti che è all’origine di questa scelta importantissima degli incontri di Bari e di Firenze per il Mediterraneo. La sua visione ci potrà ancora aiutare”. Al convegno di Firenze, ha aggiunto, “la presenza dei sindaci non era secondaria. Lo spirituale e il civile, l’aspetto laico e insieme profondamente religioso: questo è l’umanesimo”. “La pandemia – ha affermato ancora Zuppi – ha fatto emergere una povertà strutturale. Il grido dei poveri va ascoltato, le ferite vanno toccate come ci ricorda papa Francesco. Compromettersi, sentire nel profondo. La compassione che ci rende capaci di agire e diventa non più sentimento individuale ma scelta. Siamo chiamati ad attivare la solidarietà e la comunione. Toccare le varie forme di povertà materiale, educativa, culturale, per farsi prossimi con il povero”.
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