Si cerca di capire di capire i motivi del mancato inserimento dell’asilo nido di Brancaccio nelle opere pubbliche triennali. La nota di Maurizio Artale, Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro
13 Agosto 2021
“Credo a tutte le forme di studio, di approfondimento e di protesta contro la mafia. La mafiosità si nutre di una cultura e la diffonde: la cultura dell’illegalità. La cultura sottesa alla mafia è la svendita del valore della dignità umana. E i discorsi, la diffusione di una cultura diversa, sono di grande importanza. Ma dobbiamo stare molto attenti che non ci si fermi alle proteste, ai cortei, alle denunce. Se ci si ferma a questo, sono soltanto parole. Le parole vanno convalidate dai fatti” (Beato Giuseppe Puglisi).
Il Comune di Palermo, l’Arcidiocesi di Palermo, il Centro di Accoglienza Padre Nostro e la Fondazione Giovanni Paolo II, nel 2018 si sono trovati a co-progettare un asilo nido per la comunità di Brancaccio, per realizzare il sogno del Sacerdote Martire palermitano Parroco di Brancaccio e fondatore del Centro di Accoglienza Padre Nostro, il Beato Giuseppe Puglisi.
Grazie all’impegno determinante di Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana e di tantissimi donatori, si è potuto realizzare il progetto esecutivo e definitivo dell’asilo nido di Brancaccio “I piccoli di Padre Pino Puglisi”, che il Centro di Accoglienza Padre Nostro ha donato al Comune di Palermo il 4 luglio 2019.
Anche il Governo italiano, Conte 1, ha fatto la sua parte, per il tramite del Ministro per il Sud Barbara Lezzi, che con Delibera del Cipe 10/2019, assegnava al Comune di Palermo un fondo di tre milioni di euro per la realizzazione del suddetto asilo. Il terreno è di proprietà esclusiva del Comune di Palermo, foglio 64 particelle 2006- 2007-2018 e 441. A questo punto il sogno diventa realtà.
Ma un’amara sorpresa coglierà tutti i promotori dell’iniziativa impreparati: il 18 marzo del 2021 con nota n. 211362 firmata dal R.U.P.Comunale, per la realizzazione dell’asilo, l’arch. Diletta De Angelis Ricciotti, comunicava al Centro di Accoglienza Padre Nostro che l’asilo nido inspiegabilmente non era stato inserito nelle opere pubbliche triennali 2020/2021/2022 dalla Giunta Comunale.
A questo punto si è cercato di capire i motivi del mancato inserimento dell’asilo nido di Brancaccio nelle opere pubbliche triennali, visto che invece sono stati inseriti la realizzazione dell’asilo nido Mimosa, dell’asilo nido Domino e dell’asilo nido Galante. Ed è in quel momento che si entra dentro una cortina fumogena, dove non si riesce più a distinguere nulla.
Si comincia a sentir parlare tutti gli organi istituzionali in “politichese”, e i fatti sin qui narrati, di colpo diventano parole e quindi, come diceva il beato Giuseppe Puglisi e ultimamente Papa Francesco, parole solo parole.
Il rischio reale è quello di perdere il finanziamento ed offrire un assist alla mafia, per usare una metafora calcistica, o per usarne un’altra sulla mobilità alternativa, un’autostrada alla mafia. Si può ribadire che mentre le istituzioni si “annacano”, la mafia si muove e fa i fatti (annacare = massimo movimento pochissimo spostamento).
A circa un mese dall’inizio delle manifestazioni in memoria del XXVIII anniversario del Martirio del beato Giuseppe Puglisi, il 15 settembre 2021, crediamo che non ci sia modo migliore per riparare al danno che ad oggi la comunità di Brancaccio e la memoria del beato stanno subendo.
Urge discutere in Consiglio Comunale il piano delle opere pubbliche triennali, inserire con un emendamento, auspichiamo presentato e firmato da tutte le forze politiche, l’asilo nido di Brancaccio nelle opere pubbliche triennali e che lo stesso Consiglio lo approvi.
Se malauguratamente così non sarà, verrà difficile spiegare anche ad un extraterrestre perché tutte le forze politiche di questa città, nessuna esclusa, avendo il terreno, il progetto e persino i fondi non abbiano costruito l’asilo nido di Brancaccio.
Tutto il Consiglio Comunale oggi ha il dovere civile, ma soprattutto morale, di realizzare quel sogno che il prete di Brancaccio ha barattato con la sua vita, donandola per i suoi piccoli, alla mano vile della mafia. Il Centro di Accoglienza Padre Nostro da 28 anni cerca, con tante difficoltà, di fare la propria parte e continuerà a lottare senza disincanto, sapendo che questa battaglia ad oggi, la sta vincendo il male.
Nota di Maurizio Artale, Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro.
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