A Palermo nascerà l’asilo sognato da don Giuseppe Puglisi

A Palermo nascerà l’asilo sognato da don Giuseppe Puglisi

29 aprile 2019

Nel quartiere Brancaccio di Palermo sorgerà l’asilo sognato dal beato Giuseppe Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. La richiesta di collaborazione, partita dal centro di Accoglienza Padre Nostro, è stata accolta dal ministro per il Sud, che presiede la Cabina di regia per il Fondo sviluppo e coesione. Nella delibera Cipe del 4 aprile è stato approvato lo stanziamento di 21 milioni totali per realizzare asili nido in 7 città metropolitane del mezzogiorno tra le quali c’è, appunto, Palermo. parte di quelle risorse verranno così utilizzate per costruire l’asilo voluto dal beato Pugliesi

Il ministro Barbara Lezzi ha accolto l’invito a partecipare sabato scorso a Brancaccio alla manifestazione a sostegno di questa iniziativa, insieme al sottosegretario Vito Crimi e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “È un successo anche delle istituzioni – ha dichiarato il ministro Lezzi – perché con molta velocità e semplicità ci siamo accordati con il sindaco, Leoluca Orlando, e adesso l’asilo si farà, grazie anche ai fondi che ho messo a disposizione come ministro per il Sud. Quando le istituzioni fanno il loro dovere, poi si ottengono le cose giuste”.

Sin dall’avvio di questo progetto per l’asilo, ci sono stati parecchi atti vandalici sul terreno dove è previsto che venga costruito. Per il ministro Lezzi “questo significa che ha veramente un grande valore per il contrasto alla mafia oltre ad essere un simbolo: don Puglisi è stato ucciso, ma in realtà è diventato ancora più potente. E se in futuro ci saranno altri atti vandalici torneremo qui, ci alterneremo io, il sindaco, i colleghi parlamentari”.

“Le scuole sono un presidio di legalità – ha aggiunto il ministro – occorre mettere a disposizione fondi non solo per costruirle ma anche per gestirle. Stiamo avviando un piano per la scuola utilizzando i Fondi europei. Mi sto accordando con il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti per mettere a sistema tutte le risorse per l’edilizia scolastica, perché la fatiscenza sicuramente non stimola a studiare e ad impegnarsi di più. E poi ci vuole un aiuto, soprattutto per i moltissimi comuni del Sud che sono più poveri, e che per una distorsione nei riparti hanno meno risorse anche nella gestione dei fondi. Non basta costruire l’edificio, poi bisogna anche gestirlo, avere l’insegnante, avere le risorse per portarlo avanti.

“È di fondamentale importanza lavorare per risolvere questi problemi: si riparte da dove manca la scuola, l’istruzione, la formazione, l’università, stiamo lavorando anche a Scampia per fare arrivare lì un centro universitario. Perché se non si formano i giovani è chiaro che non si può mai arginare la malavita e la delinquenza. Bisogna togliere la manodopera alla criminalità e si toglie soltanto così”.

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