Valdo Bertalot (Roma)
Giovedì 11 novembre 2010 veniva presentata nella Sala stampa della Santa Sede l’Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum Domini1 del Santo Padre Benedetto XVI all’Episcopato, al Clero, alle Persone Consacrate e ai Fedeli Laici sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. La stessa data posta nella VD, il 30 settembre, assume un rilievo molto significativo in quanto in quel giorno si ricorda Girolamo, traduttore della Bibbia e padre della Chiesa.
Con questo testo il Papa rispondeva alla richiesta di «offrire un documento sul mistero della Parola di Dio» (prop. 1), richiesta espressa dai Padri sinodali, partecipanti alla dodicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa (Roma 5-26 ottobre 2008)2, nel presentare al Papa i documenti e gli interventi dei lavori sinodali insieme ad una serie di proposte specifiche, le 55 propositiones.
L’impegno di Benedetto XVI può essere sinteticamente descritto con le sue parole iniziali: «Desidero indicare alcune linee fondamentali per una riscoperta, nella vita della Chiesa, della divina Parola, sorgente di costante rinnovamento, auspicando al contempo che essa diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale» (VD 1) e «seguendo l’esempio dell’apostolo Giovanni e degli altri autori ispirati, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo per poter amare sempre di più la Parola di Dio» (VD 5).
1. In cammino verso la VD: la convocazione del Sinodo sulla Parola di Dio
La VD si pone al termine di un lungo percorso che ha visto una partecipazione molto ampia a tutti i livelli e ambiti del mondo cattolico.
Nel settembre 2006, Benedetto XVI decideva il tema della dodicesima assemblea generale del Sinodo dei vescovi su una proposta di più temi presentata dalla Segreteria Generale del Sinodo che aveva raccolto varie indicazioni provenienti dai vescovi partecipanti alla precedente assemblea sinodale e dalle diverse istituzioni cattoliche (curia romana, conferenze episcopali, etc.).
Il tema scelto La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa veniva infine incontro soprattutto ad un ampio e rinnovato desiderio diffuso in tutta la Chiesa cattolica di riflettere sulla ricezione della Dei Verbum, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla rivelazione divina, dal 1965 ad oggi. Nell’aprile 2007 erano stati pubblicati i Lineamenta, un documento che illustrava lo status questionis sul tema, evidenziandone gli aspetti positivi e quelli problematici, e poneva una serie di domande specifiche sui diversi argomenti trattati (capitolo 1: Rivelazione, Parola di Dio, Chiesa; capitolo 2: La Parola di Dio nella vita della Chiesa; capitolo 3: La Parola di Dio nella missione della chiesa). Inviato a tutte le istituzioni e agli organismi cattolici competenti, riceveva l’80% circa delle risposte attese, oltre a numerose risposte da parte di organismi e realtà interessate al tema: una significativa espressione della grande attenzione per l’attualità del tema scelto.
Nel giugno 2008, sulla base dei diversi contributi ricevuti e della loro successiva rielaborazione in un quadro organico, secondo l’impostazione generale tripartita già avviata con i Lineamenta, veniva presentato l’Instrumentum Laboris, il documento base di lavoro per l’assemblea.
Nell’Introduzione si indicano:
punti di riferimento per l’assise sinodale, costituiti soprattutto dai documenti del Concilio Vaticano II insieme alle Note della Pontificia Commissione Biblica, al Catechismo della Chiesa Cattolica e al Direttorio generale per la catechesi, oltre a testi di vari Papi e a documenti di istituzioni cattoliche;
una serie di attese comuni per le discussioni nei lavori sinodali circa temi quali, per esempio, la necessità del primato della Parola di Dio, il riconoscere che la Parola di Dio è Gesù Cristo con una conseguente maggiore evidenza nella celebrazione liturgica, l’ascolto e la lettura della Bibbia come espressione dell’appartenenza ecclesiale, il desiderio di ascoltare la Parola di Dio da parte dei fedeli cui fornire adeguati sussidi, la necessità di una animazione biblica dell’intera pastorale;
lo scopo del Sinodo: «uno scopo eminentemente pastorale e missionario: approfondire le ragioni dottrinali e lasciarsi illuminare da esse significa estendere e rafforzare la pratica di incontro con la Parola di Dio come fonte di vita nei diversi ambiti dell’esperienza e, così attraverso vie giuste e agevoli, poter ascoltare Dio e parlare con Lui» (IL 4).
Nella prima parte del documento base, Il mistero di Dio che parla, si affrontano temi quali l’identità della Parola di Dio, il mistero di Cristo e della Chiesa, la Bibbia come Parola di Dio ispirata e la sua verità, come interpretare la Bibbia secondo la fede della Chiesa, l’atteggiamento richiesto a chi ascolta la Parola.
Nella seconda parte, La Parola di Dio nella vita della Chiesa, si evidenziano i temi della Parola di Dio che vivifica la Chiesa e nei molteplici servizi della Chiesa, mentre nella terza parte, La Parola di Dio nella missione della Chiesa, i temi indicati sono la Parola di Dio nei servizi e nella formazione del popolo di Dio, e infine la Parola di Dio come grazia di comunione.
2. In cammino verso la VD: il Sinodo sulla Parola di Dio
Il 5 ottobre 2008 si apriva la dodicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi avente come tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa per concludersi il 26 ottobre3. La dimensione mondiale della partecipazione, circa 350/400 persone, è espressa da alcuni numeri:
253 Padri sinodali di cui
51 dall’Africa,
62 dalle Americhe
41 dall’Asia,
90 dall’Europa e
9 dall’Oceania
11 Delegati fraterni di cui
7 dalle Chiese ortodosse,
1 dalla Comunione anglicana
2 dalle Chiese protestanti
1 dal Consiglio Ecumenico della Chiese – Ginevra
3 Invitati speciali (United Bible Societies/Alleanza Biblica Universale, Comunità ecumenica di Taizè, Rabbinato Capo d’Israele)
41 Esperti
37 Uditori
Notevolmente ampio anche lo spettro delle diverse presenze: patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, religiosi, laici, presidenti di conferenze episcopali e presidenti di vari organismi della Curia.
Il vivo interesse per il tema e il grande senso di coinvolgimento nei lavori sono evidenziati dagli interventi di 223 Padri sinodali, da 171 interventi liberi, da 22 relazioni, da 12 interventi degli invitati speciali e da 34 interventi degli uditori.
La relazione introduttiva del card. Ouellet, La dimensione dialogale della rivelazione, apriva i lavori con una riflessione a partire dalle tre parole chiave convocatio, communio, missio4: «La Parola di Dio chiama, mette in comunione con il disegno di Dio mediante l’obbedienza della fede e spinge il popolo eletto verso le nazioni. Questa Parola d’alleanza culmina in Maria che accoglie nella fede il Verbo incarnato, il Desiderato dalle nazioni. Riprenderemo le tre dimensioni della Parola d’alleanza come lo Spirito Santo le ha incarnate nella storia della salvezza, le sacre Scritture e la Tradizione ecclesiale».
Nel corso dei lavori interveniva anche Benedetto XVI con una riflessione su esegesi e teologia, sottolineando l’importanza della necessaria correlazione fra i due livelli metodologici per l’esegesi, quello storico-critico e quello teologico, onde poter parlare di una esegesi teologica, di una esegesi adeguata alla Bibbia.
Il card. Ouellet riassumeva il dibattito assembleare in vista della discussione nei gruppi linguistici con la relazione L’urgenza dell’annuncio, in cui in una prima parte (Dio parla e ascolta) presentava i temi del dialogo come conversione, dei rapporti tra Chiesa e Scrittura, tra Parola, liturgia ed ermeneutica, tra esegesi e teologia; in una seconda parte (Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione) evidenziava la dimensione storica dell’incontro con Cristo che richiama da un lato «la circolarità fra la Parola di Dio… e la vita della Chiesa» e dall’altro quella fra esegesi e esperienza ecclesiale. Nella terza parte (Parola di Dio, missione e dialogo) si sottolineavano aspetti concreti su come comunicare la Scrittura tramite la testimonianza, la catechesi, il dialogo, la cultura, la traduzione, la comunicazione moderna, la proclamazione.
Particolarmente significativi gli interventi da parte dei delegati fraterni e degli invitati, quali quelli di Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, del Vescovo anglicano Wright, del Vescovo luterano Staelsett, del Rabbino Capo di Haifa Cohen.
A conclusione dei lavori, l’assemblea sinodale approvava un messaggio rivolto «all’immenso orizzonte di tutti coloro che nelle diverse regioni del mondo seguono Cristo come discepoli e continuano ad amarlo con amore incorruttibile… A loro noi di nuovo proporremo la voce e la luce della Parola di Dio… un viaggio spirituale in quattro tappe e che dall’eterno e dall’infinito di Dio ci condurrà fino alle nostre case e lungo le strade delle nostre città.» Quattro immagini illustrano significativamente questo viaggio: la voce della Parola, la rivelazione, il volto della Parola, Gesù Cristo, la casa della Parola, la Chiesa, le strade della Parola, la missione.
Con il messaggio i Padri sinodali approvavano anche 55 proposizioni finali da presentare al Papa per la sua elaborazione della esortazione postsinodale, una serie di proposte specifiche per azioni concrete organizzate secondo l’impostazione generale tripartita: introduzione (nn. 1-2), la Parola di Dio nella fede della Chiesa (nn. 3-13), la Parola di Dio nella vita della Chiesa (nn. 14-37), la Parola di Dio nella missione della Chiesa (nn. 38-54) conclusione (n. 55).
Esse racchiudevano la ricchezza dei dibattiti circa tematiche precise quali, ad esempio: ruolo della Dei Verbum, Spirito Santo e Parola di Dio, lettura patristica della Scrittura, unità tra Parola di Dio ed eucarestia, l’Antico Testamento nella Bibbia cristiana, Parola di Dio e carità verso i poveri, Parola di Dio e liturgia, lezionario, ministero della Parola e donne, Parola di Dio matrimonio e famiglia, Parola di Dio e lettura orante, catechesi e Sacra Scrittura, necessità di due livelli nella ricerca esegetica, pastorale biblica, formazione biblica dei cristiani, Sacra Scrittura e unità dei cristiani, Parola di Dio e cultura, Bibbia e traduzione, Bibbia e diffusione, lettura credente delle Scritture: storicità e fondamentalismo, Bibbia e inculturazione, Bibbia e dialogo interreligioso, dialogo tra cristiani ed ebrei, dialogo tra cristiani e musulmani.
3. L’Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum Domini
La VD inizia citando il passo di Isaia 40,8 «La Parola del Signore rimane in eterno» come riportato nella 1 Pietro 1,25, lo stesso passo con cui si chiudeva la Dei Verbum. Non solo simbolicamente, la VD continua la riflessione sulla rivelazione divina avviata con il Concilio Vaticano II anche alla luce della esperienza pastorale e dei pronunciamenti della Chiesa cattolica dal 1965 ad oggi, ed in base alle discussioni, ai documenti e alle proposte conclusive dei lavori sinodali del 2008.
Come scrive l’Arcivescovo Eterović5, molteplici sono gli scopi della VD: «far conoscere i risultati dell’assemblea sinodale, riscoprire la Parola di Dio, fonte di costante rinnovamento ecclesiale, promuovere l’animazione biblica della pastorale, essere testimoni della Parola,…riscoprire l’incontro personale e comunitario con Cristo e farsi suoi annunciatori, comunicare la gioia che viene dall’incontro con la Persona di Cristo». Fra gli scopi si evidenzia anche l’intraprendere una nuova evangelizzazione e il favorire il dialogo ecumenico a partire dalle Scritture.
Linea guida della VD è il Prologo del Vangelo di Giovanni che scandisce l’impostazione tripartita della VD (Verbum Dei, Verbum in Ecclesia, Verbum Mundo).
Nella prima parte inizialmente si esplicita il ruolo fondamentale di Dio Padre fonte e origine della Parola, nel contesto della dimensione trinitaria della rivelazione. Dio parla all’uomo in diversi modi, tramite la creazione, i profeti, i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, il silenzio della Croce, la Tradizione viva della Chiesa. Vi si affronta anche il rapporto Tradizione e Scrittura, ispirazione e verità. Segue la risposta dell’uomo al Dio che parla, la fede con la quale l’uomo entra nell’Alleanza con Dio. Il non ascoltare la Parola vuol dire non porsi in relazione con Dio, allontanarsi e non accogliere l’inizio di una nuova vita. Di fronte a ciò invece Maria esemplifica il rapporto tra Parola di Dio e fede. Infine si espone l’ermeneutica della Sacra Scrittura nella Chiesa, luogo originario dell’interpretazione della Bibbia, evidenziando il rapporto fra ricerca biblica e Magistero a partire dal Concilio Vaticano II, fra fede e ragione, fra senso letterale e spirituale nell‘approccio con la Bibbia. In tale contesto si pone anche il rapportarsi dei cristiani e degli ebrei in riferimento alle Sacre Scritture, la relazione fra Bibbia e dialogo ecumenico e la riflessione sull’interpretazione fondamentalista della Bibbia.
Nella seconda parte si esplicita come la Chiesa sia la casa della Parola di Dio, dove grazie alla stessa Parola e all’azione sacramentale Cristo è contemporaneo agli uomini. La liturgia è quindi il luogo privilegiato della Parola di Dio e viene presentata un’ampia e dettagliata descrizione della rilevanza della Parola di Dio in rapporto ai Sacramenti, parlando anche di sacramentalità della Parola, all’Eucaristia, al lezionario, al lettorato, all’omelia, alla Riconciliazione e all’Unzione degli infermi, all’animazione liturgica stessa. Ma è anche vero che l’incontro dei fedeli con la Parola deve essere preparato nei cuori, approfondito ed assimilato e si esprime il vivo desiderio che «fiorisca una nuova stagione di più grande amore per la Sacra Scrittura da parte di tutti i membri del Popolo di Dio, cosicché dalla loro lettura orante e fedele nel tempo si approfondisca il rapporto con la persona stessa di Gesù» (VD 72). La quotidianità della vita ecclesiale, quale l’animazione pastorale, la catechesi, la formazione e la preghiera, anche quella mariana, viene posta in stretta relazione alla Parola di Dio per le diverse realtà che fanno parte (ministri, religiosi, laici, famiglie) della comunità cristiana.
Nella terza parte si indica il mondo quale orizzonte dell’annuncio della Parola di Dio, oggetto della missione della Chiesa: un impegno di testimonianza della Parola di Dio da parte dei cristiani nei confronti di tutti, a cominciare dai «fratelli più piccoli», i poveri, nei confronti dei giovani, dei migranti, dei sofferenti, che comporta un agire per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato. Tale annuncio si estrinseca anche nell’incontro dialogante con le culture dell’uomo nelle loro diverse forme e modalità di espressioni, anche tramite la traduzione e la diffusione della Bibbia. Un dialogo a partire dalla Parola di Dio, infine, che va oltre le culture e si rivolge anche alle altre religioni, iniziando dall’islam.
Ricordando che l’annuncio della Parola di Dio crea comunione e realizza la gioia, la VD termina invitando ognuno a incontrare Gesù Cristo, facendo «silenzio per ascoltare la Parola del Signore e per meditarla, affinché essa, mediante l’azione efficace dello Spirito Santo, continui a dimorare, a vivere e a parlare a noi lungo tutti i giorni della nostra vita» (VD 124).
4. Consonanze, dissonanze e interpellanze
La VD si pone chiaramente nel contesto della riflessione teologica cattolica sulla rivelazione divina avviata dal Concilio Vaticano II, divenendone un punto di raccordo e di sviluppo soprattutto per quanto concerne l’evidenziazione dell’importanza della Parola di Dio e della sua esplicita ed attiva dimensione nella vita e missione della Chiesa, dettagliatamente in ogni suo aspetto: teologico, liturgico, pastorale e missionario.
Una lettura della VD da parte di una realtà protestante, quale quella mia personale6, può individuare consonanze, ma anche dissonanze ed interpellanze, le quali però invitano tutte ad un sempre maggiore impegno di confronto nel contesto del dialogo ecumenico. A titolo esemplificativo desidero accennarne alcune.
Innanzitutto si condivide l’ampio ed approfondito rilievo esplicito dato alla Parola di Dio «sorgente di costante rinnovamento» in ogni aspetto della vita della Chiesa, popolo di Dio, ad intra e ad extra, come pure lo stretto rapporto Parola di Dio e Spirito Santo (§ 15).
La relazione Tradizione e Scrittura (§ 17) rinvia al Sola Scriptura della Riforma che non l’ha inteso però come Scriptura Solitaria bensì come norma normans della Tradizione. Spesso i Riformatori facevano riferimento ai Padri della Chiesa ed oggi nel protestantesimo è presente una ampia riflessione teologica dogmatica che interpreta la Scrittura esponendola in affermazioni, quali le confessioni di fede, per esempio, rimanendo sottoposta alla norma normans. Come si può leggere il rapporto Tradizione e Scrittura, insieme anche alla riflessione sulla Chiesa luogo originario dell’ermeneutica biblica (§ 29) della VD, nel contesto del dialogo ecumenico quando esso parla di Tradizione e di tradizioni7?
La figura biblica di Maria (§ 27) che si pone in ascolto della Parola di Dio, considerata dai Riformatori un esempio di fede costante da seguire, invita ad un approfondimento tra teologia della Parola e mariologia, tema decisamente controverso per il protestantesimo, cui la riflessione ecumenica può contribuire positivamente8.
Il rapporto Sacra Scrittura e Sacramenti (§ 53 ss), e quello Parola di Dio ed Eucaristia, storicamente vissuti in tensione tra la riflessione teologica protestante e quella cattolica9, nella esperienza ecumenica di dialogo assumono aspetti di condivisione10, come pure la riflessione sulla sacramentalità della Parola (§ 56) rinvia a riflessioni di teologi sia cattolici che evangelici.
La relazione Sacra Scrittura e Lezionario (§ 57) interpella positivamente anche realtà protestanti ad avere un approccio alla Bibbia più pastoralmente strutturale alla luce della secolare esperienza liturgica.
Con la riflessione sulla lettura della Parola di Dio come pratica penitenziale (§ 87) si rileva una dissonanza con la quale il dialogo ecumenico dovrà confrontarsi.
Infine si esprime una piena condivisione per l’impegno di traduzione e diffusione della Bibbia (§ 115) per tanti «popoli che oggi hanno fame e sete della Parola di Dio, ma non possono ancora avere ‘un largo accesso alla Sacra Scrittura’ (Dei Verbum 22)».
Accogliendo l’invito del Papa al silenzio di fronte alla Parola di Dio, desidero fare anche mie, insieme al card. Gianfranco Ravasi11, le parole del pastore luterano Dietrich Bonhoeffer:
«Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio alla mattina presto perché Dio deve avere la prima parola.
Facciamo silenzio prima di coricarci perché l’ultima parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola».
Note
1 Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum Domini del Santo Padre Benedetto XVI, Città del Vaticano, 2010, pp. 118. Qui di seguito abbreviata in VD.
2 Per la documentazione relativa alla preparazione ed allo svolgimento del Sinodo, si veda il sito http://www.vatican.va/roman_curia/synod/index_it.htm
3 In concomitanza dell’evento sinodale, Rai Vaticano ha realizzato il programma La Bibbia Giorno e notte, la lettura integrale e continua della Bibbia in diretta televisiva per 140 ore, iniziata il 5 ottobre e terminata l’11 ottobre 2008. Vi hanno partecipato circa 1500 lettori di ogni estrazione sociale, religiosa e culturale, fra le oltre 150.000 persone che avevano richiesto di partecipare. Una lettura che ha avuto una specifica dimensione ecumenica ed interreligiosa. Primo lettore è stato Benedetto XVI, seguito da Ilarion Alfeev del Patriarcato Ortodosso di Mosca, da Domenico Maselli della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, da Mordechay Lewy, ambasciatore d’Israele presso la Sante Sede e da Roberto Benigni. Un evento che ha avuto un ascolto eccezionale di alcuni milioni di spettatori con picchi di 4 milioni come audience.
4 Si fa riferimento qui di seguito a «Il Regno-Documenti», 53/19 (2008), pp. 585-656
5 Si fa riferimento qui di seguito a «L’Osservatore Romano», 12 novembre 2010, pp.4-5
6 Si ringrazia il pastore Martin Hoegger, della église Evangélique Réformée de Vaud (Svizzera) per aver condiviso in anteprima il suo articolo Une lecture réformée de « Verbum Domini » de Benoît XVI, poi pubblicato il 31 marzo 2011 sul sito http://dialogueoecumenique.eerv.ch/category/nouvelles/. Un ringraziamento doveroso anche al pastore Dr. Pieter Bouman della église Protestante Unie de Belgique e al Vescovo luterano norvegese Ole Ch. Kvarme per le preziose indicazioni date riguardo al tema in oggetto. Naturalmente si precisa che solo l’autore è responsabile delle opinioni qui espresse.
7 IV Conferenza mondiale: Montréal 1963, in Enchiridion Oecumenicum, volume 6, a cura di S. Rosso-E. Turco, Bologna 2005, pp. 927-943. Si veda anche R. Burigana, Scripture, tradition and traditions: proofs of dialogue among Christians. Between Vatican II and IV Conference of Faith and Order (Montreal 12-26th July1963), in L’Église canadienne et Vatican II, ed. par G. Routhier, Quebec, 1997, pp. 373-396.
8 Gruppo di Dombes 1998: Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, in Enchiridion Oecumenicum, volume 8, a cura di G. Cereti-J.Puglisi, Bologna 2007, pp. 573-716.
9 A. E. McGrath, Il pensiero della Riforma, Torino, 19952, pp. 221-260.
10 Gruppo di Dombes 1979: Lo Spirito santo, la chiesa e i sacramenti, in Enchiridion Oecumenicum, volume 2, a cura di G. Cereti-S. Voicu, Bologna, 20002, pp. 381-426; Battesimo, eucaristia, ministero, Documento di Lima, in Enchiridion Oecumenicum, volume 1, a cura di G. Cereti-S. Voicu, Bologna, 20043, pp1391-1447. Nel rapporto del dialogo internazionale Cattolici/Luterani del 1984, si legge: «La vita cristiana basata sul sacramento del battesimo è partecipazione alla morte e resurrezione di Gesù Cristo. Ciò avviene in egual misura attraverso l’annuncio della Parola e dei sacramenti», in L’unità davanti a noi, in Enchiridion..cit,, volume 1, p. 789.
11 Vedi nota 5.
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