Toscana Oggi n.35 del 5 Ottobre 2008
Speciale Fondazione Giovanni Paolo II
di Alessandra Rimondi (*)
Mi occupo dell’organizzazione di pellegrinaggi ed in particolar modo curo quelli in Terra Santa. Quest’anno si è rivelato un anno veramente importante per il ritorno a questa meta, che aveva sofferto ormai da sette anni una mancanza di presenza a cause della seconda «Intifada» nonché della guerra contro il Libano dello scorso anno.
In questi lunghi anni non ho mai smesso di recarmi in quei luoghi, anche perché ci sono stati diversi sacerdoti e vescovi, in particolar modo della Toscana, che non si sono spaventati o lasciati condizionare dalle notizie, spesso esagerate e travisate trasmesse dai Media. Certo non abbiamo mai rischiato sulla pelle di nessuno e devo dire che raramente abbiamo dovuto rinunciare alla visita di qualche Luogo Santo per questioni di sicurezza. Spesso anch’io venivo presa per incosciente e pazza a recarmi in Israele, ma pur spiegando che i Luoghi che noi toccavamo erano ben lontani dai punti di crisi e conflitto, i più rimanevano certi delle proprie verità. Le cose, obiettivamente, non sono cambiate da allora nel senso che, in effetti, non c’è stata una svolta nella situazione israelopalestinese, ma sicuramente la sensibilizzazione sull’importanza dei pellegrinaggi verso la Terra Santa, portata avanti presso la Cei da diversi vescovi con un lavoro costante e molto paziente, ha cambiato la situazione. Siamo tornati a fare la fila al Santo Sepolcro e alla Natività, ad attendere pazientemente il taxi per salire al Tabor e via dicendo, si tanta gente è tornata in pellegrinaggio ai Luoghi Santi.
Parlando ora, da un semplice punto di vista tecnico, chi organizza questo pellegrinaggio si trova ora e spesso in difficoltà con le sistemazioni in quanto i lunghi anni di «Intifada» hanno prodotto una grossa crisi nel settore alberghiero a gestione familiare. Infatti molti piccoli alberghi hanno chiuso o si sono trasformati in altre attività più redditizie. E sono certa che la situazione attuale non prevede sviluppi migliorativi, se non in favore di grosse catene alberghiere di categorie elevate. Molti lamentano costi elevati per un servizio scadente, ma anche la Terra Santa non è avulsa dai meccanismi, a volta perversi, della domanda e dell’offerta.
Per questo ritengo sia nostro dovere, insieme agli animatori spirituali, preparare meglio chi si rechi in Terra Santa, che rimane terra di grosse contraddizioni, di equilibri fragili e sottili, comunque, di grosse emozioni.
La preparazione è importante perché credo che questo pellegrinaggio sia molto diverso da tutti gli altri, è in questa particolare occasione che oltre che permetterci di trovarci fisicamente nei luoghi di Gesù, noi cristiani diventiamo anche testimoni della nostra fede entrando in contatto con tante altre religioni: musulmani, ebrei e via dicendo, cosa che non capita in nessun altro luogo al mondo, credo. È questo che deve spronarci a prepararci più profondamente per intraprendere il viaggio, a volte difficile, ma sicuramente da tentare. Personalmente ritengo che le «Guide» siano fondamentali in questa esperienza, io ho imparato tanto da chi ama la Terra Santa e ogni volta è stato diverso. Non solo per i Luoghi visitati, ma per gli incontri con le comunità locali, che hanno arricchito i pellegrinaggi. È con questo spirito e volontà che cerco di portare avanti il mio lavoro!
(*) direttrice della Petroniana Viaggi e Turismo di Bologna
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