Intervista al cardinale Gualtiero Bassetti

Intervista al cardinale Gualtiero Bassetti

Presentazione del volume “23 Cardinali commentano il Catechismo della Chiesa Cattolica”, curato da Marco Italiano, ed. Tau Editrice.

12 gennaio 2022

D. Recentemente Papa Francesco ha sottolineato l’importanza che i catechisti trovino nuovi alfabeti per annunciare il Vangelo. Quanto è importante il catechismo oggi?
Direi che il catechismo è un fatto fondamentale perché praticamente è l’approfondimento del kèrigma, il kèrigma è la fede che si annuncia attraverso la Parola di Dio. Ma la Parola di Dio va poi spiegata, va sminuzzata: c’è scritto nella Bibbia che i bambini avevano fame non c’era chi spezzasse loro il pane. Naturalmente la catechesi non va cambiata, va ridetta con parole nuove e in una veste nuova. E mi ricordo quando ho portato, nel quarantesimo dell’ufficio catechistico, i catechisti dal Santo Padre, lui ha detto che il catechismo va annunciato in dialetto per fare capire che deve essere proprio la lingua che più si accosta alla persona, che il bambino ha succhiato fin dalle mammelle materne; per dire che la catechesi è proprio qualche cosa di inerente alla vita: va fatta in dialetto. E questo è molto importante.
D. Cosa significa essere cattolici oggi?
Cattolici significa essere realmente quello che esprime la Parola, essere universali. La Chiesa è cattolica perché è madre di tutti: di chi l’accoglie, di chi la rifiuta. Perché la Chiesa, come dice giustamente il Papa nell’Evangelii Gaudium, è una mamma ed in quanto è una mamma partorisce dei figli e questi figli li educa, lì il Papa cita Sant’Agostino, attraverso i sacramenti, la Parola di Dio, li cresce, la Chiesa cresce i suoi figli. E poi ci sono questi figli che spesso si allontanano da casa, e allora la Chiesa li va a cercare perché è una madre. La Chiesa è destinata a tutti gli uomini perché il Signore è stato di una sapienza unica nel Vangelo. Pensate, ha destinato gli Apostoli alla missione prima ancora che avessero ricevuto la pienezza dello Spirito Santo; stavano a litigare fra di loro chi era il più grande per il regno di Dio e Gesù, con un coraggio da leoni, dice: “andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà sarà salvo”. Lo spirito della cattolicità ce lo dà Gesù e ce lo dà la maternità della Chiesa. Questo bellissimo ospedale da campo di cui ha parlato Papa Francesco ma di cui -per esempio- aveva parlato Mazzolari nel ’56 quando diceva, tre anni prima di morire: “la Chiesa è un popolo che cammina”; aveva già anticipato il concetto del popolo di Dio della Lumen Gentium. E in questo cammino c’è chi si ferisce, chi cade, chi rimane sotto il fardello del proprio zaino, e la Chiesa è l’ambulanza che lo raccoglie. Io gliel’ho detto al Papa una volta: “Lei ha avuto l’espressione della Chiesa in un campo di battaglia e questa è l’ambulanza!” Tonino Bello aveva detto -per dire come poi queste grandi anime anche del nostro cattolicesimo, cominciando dal Papa, s’incontrano- aveva detto addirittura che la Chiesa è l’ambulanza che raccoglie i feriti. Ed allora la Chiesa è cattolica per tutti questi motivi, la Chiesa è interessata a tutti gli uomini, è interessata a tutte le religioni. Il Papa per i cattolici segnati nella Chiesa cattolica è il Papa dei cattolici; ma lui, come inviato da Cristo, ha una missione universale: infatti il Papa si rivolge continuamente a tutte le genti e spesso i cattolici sono un pochino gelosi, vorrebbero le carezzine solo quelli di casa! Ma il Papa ha una responsabilità, ma anche noi vescovi, ma anche noi cristiani in quanto missionari. Chiesa aperta, Chiesa cattolica!

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