I vescovi toscani in Terra Santa: appunti di viaggio

I vescovi toscani in Terra Santa: appunti di viaggio

Toscana Oggi n.26 del 6 Luglio 2008
Speciale Fondazione Giovanni Paolo II

I vescovi toscani che hanno partecipato alla «Cet itinerante» in Terra Santa dall’8 al 13 giugno 2008

di Rodolfo Cetoloni *

Un momento atteso e preparato. Doveva già realizzarsi nel novembre del 2000, ma poi scoppiò l’intifada e non se ne fece nulla. Nei lunghi anni della solitudine della Terra Santa però sono sempre stati i toscani a dare segni di vicinanza e a coinvolgere gente, vescovi e parrocchie in progetti di solidarietà e pellegrinaggi. Stavolta, dall’8 al 13 giugno, c’erano i vescovi Giovannetti, Bertelli, Cetoloni, Bianchi, Santucci, Castellani, Agostinelli, Giusti, Silvani e Tardelli. Alcuni vicari generali e alcuni sacerdoti. In tutto 19 persone.

All’ultimo momento infatti sono mancati i vescovi Meini, Maniago e il Card. Antonelli, appena pochi giorni prima chiamato a un nuovo incarico a Roma. Ma egli col suo ausiliare e il segretario sono voluti essere presenti a Peretola per dirci il dispiacere di non poter partire con noi e per augurarci a tutti un buon pellegrinaggio, una Buona Cet itinerante!

Volo un po’ lungo e con orari notturni: Firenze – Francoforte – Tel Aviv… Siamo partiti al tramonto e quando toccavamo le falde delle colline di Nazaret spuntava l’alba.

Nazaret
La ripresa dei pellegrinaggi è molto evidente e talvolta per il gran numero di pellegrini c’è difficoltà nel visitare i luoghi (esperienza quasi drammatica la confusione al Santo Sepolcro, al punto che davvero tutti dovremmo tempestare di lettere le comunità responsabili perché si accordino in una linea che favorisca la visita raccolta, il pregare!..).

Grazie a Dio l’agenzia aveva prenotato per tempo e abbiamo avuto la gioia di iniziare con la Messa nella cripta della Basilica dell’Annunciazione, proprio nel luogo della casa di Maria. Ricominciamo sempre di qui, da quell’eccomi che rispose al farsi presente dell’Emmanuele. È la storia di ogni chiamata e di ogni giorno che comincia. Due incontri hanno arricchito la giornata. Nel pomeriggio al Tabor, dove accanto ai francescani da due anni è presente una comunità di Mondo X. Lo si vede dalla cura data alla bellezza del luogo santo, ma si capisce anche la scelta di Padre Eligio: il Tabor è Trasfigurazione: questi ragazzi con le loro storie e il loro impegno di adesso ne sono interpreti e cercatori.

Dopo cena col vescovo di Nazaret Marcuzzo. Italiano ma immedesimato da anni con questa terra. Realista, senza pessimismo, ha dato un tono di speranza umile e sicura alla sua comunicazione sui cristiani, i fatti, le relazioni, i problemi.

Cafarnao
Arriviamo alla città di Gesù con la sua storia ricca di eventi evangelici e con le sue pietre basaltiche che ricordano ai vescovi che sono successori di pescatori di quel villaggio… Esse fanno quasi risuonare le parabole o le parole dell’eucarestia… e la storia della suocera di Pietro e del pubblicano Levi. Su di esse le prime piccole comunità cristiane cominciarono a celebrare la memoria del Maestro, nella gioia del numero che cresceva e anche nei momenti di timore che la grande costruzione della Sinagoga bianca voleva gettare su di loro…

Il deserto
Il suo fascino al tramonto… Prima di salire verso Gerusalemme c’è stata una breve sosta proprio in mezzo ad esso, lontano dalla strada asfaltata. Il vento forte faceva fremere le pagine del breviario e portava nel silenzio i versetti dei salmi… Icona di milioni di preghiere, di pellegrini, di monaci… per centinaia di anni. Sospiri e grida verso il cielo: “da dove mi verrà l’aiuto?…”

Betlemme
Ferita nella sua veste di colline calcaree dal muro di cemento che la divide da Gerusalemme e la chiude come in una grande prigione a cielo aperto, ci accoglie umile, ma più ordinata del solito. A cena le autorità civili e militari ci ringraziano esprimendo speranze e desiderio di uscire da questa morsa… ma, più di sempre, lo fanno con una pacata fermezza, coscienti dei propri diritti, ma anche impegnati in una volontà seria di ricerca del dialogo per la pace per tutti e due i popoli.

Betlemme permette di toccare varie realtà che parlano della vicinanza toscana e dell’amore di tutta la Chiesa a questo luogo e alla sua gente: il Saint Francis Millennium Centre con la bella scuola inaugurata nel 2004, la nuova Chiesa della Grotta del Latte, le suore dell’Hortus Conclusus e quelle di Effeta (istituto per i sordomuti voluto da Paolo VI) e poi il vicino seminario patriarcale di Bet Jalla, dove ci hanno accolto i seminaristi, il rettore e i suoi collaboratori e il nuovo Patriarca Latino mons. Touwal. Nel freddo del giardino, un ricco scambio di informazioni, con un forte senso di vitalità di una chiesa minoritaria nel numero, ma molto attiva e benedetta da numerose vocazioni.

Gerusalemme
Col suo fascino e il suo mistero, con la sua bellezza crescente grazie all’impegno israeliano e con i suoi vicoli poveri dove molti palestinesi faticano a restare… Salutiamo anche il Patriarca uscente mons. M. Sabbah, sempre lucidissimo nelle sue analisi storiche, religiose e politiche. Ricorda Gaza, visitata personalmente pochi giorni prima, con situazioni drammatiche di sopravvivenza. Egli ha veramente dedicato la sua vita a questa terra, alla pace e alla ricerca della giustizia per i due popoli… Un libro recente raccoglie i suoi scritti, ma lo fa con un titolo velato di un po’ di amarezza: “Una voce grida dal deserto..” Non c’è parso invece che ve ne fosse nelle sue riflessioni e nel suo guardare al passato e al futuro.

Poi la facoltà Biblica della Flagellazione. Un fiore all’occhiello dei francescani. Il rettore padre Bottini ne ha tracciato un po’ la storia e le caratteristiche. Anche qui vi hanno messo lo zampino grandi frati toscani: tutti ricordano ancora P. Donato Baldi e ancor più il P. Bellarmino Bagatti. Finiamo la giornata in un nuovo progetto sostenuto dalla CEI attraverso la Fondazione Giovanni Paolo II, un’altra realtà toscana voluta e costruita particolarmente da Mons. Giovannetti , da Padre Ibrahim Faltas e da Angiolo Rossi. Ha coinvolto molte persone, ha la fiducia della CEI e si sta impegnando nella ristrutturazione del Centro Pastorale di Beth Hanina, a nord di Gerusalemme, a pochi metri dal check-point di Ramallah. C’erano anche gli autori del progetto, l’arch. Rupi di Arezzo e il geom. Fani di Pratovecchio. Un primo lotto è terminato, si andrà avanti. C’è già un bel locale adibito a ristorante perché la struttura si possa autofinanziare. I vescovi ne hanno sperimentato la ottima cucina. C’era anche il Padre Custode di Terra Santa (Pierbattista Pizzaballa). La sua analisi della situazione è stata molto incisiva e profonda in riferimento allo stato d’animo interiore dei cristiani, esposti a tante difficoltà esterne ma anche a un forte secolarismo.

Jaffa
È la festa di Sant’Antonio (13 giugno) e nel convento francescano, a lui intitolato, incontriamo un simpatico giovane frate libanese, padre Taufiq. È arrivato da pochi mesi, gli avevano detto che avrebbe avuto un piccola comunità di 800 persone e invece s’è trovato la chiesa sempre strapiena di cristiani: a Jaffa-Tel Aviv vi sono circa 20.000 immigrati dalle Filippine e dall’Africa e la maggior parte sono cristiani… Padre Taufiq si sta dando da fare in ogni modo, anche nel tentativo di recuperare strutture fatiscenti.

Uno spunto in più per vedere come in ogni luogo della Terra Santa ci sarebbe da dare una mano, un incoraggiamento. La Cet non si tirerà indietro… La Terra santa, dopo questo viaggio è ancor più nel cuore di tutti!

*Vescovo di Montepulciano–Chiusi–Pienza

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