Toscana Oggi n.21 del 1 Giugno 2008
Speciale Fondazione Giovanni Paolo II
«La Terra Santa non va considerata una preoccupazione tra le tante. Essa è la priorità per la Chiesa cattolica e per i cristiani – ha detto il cardinal Leonardo Sandri, Prefetto della congregazione per le Chiese Orientali, incontrando la Fondazione – come è quella ecumenica e interreligiosa. «Chiedete pace per Gerusalemme – dice il salmo 86 – perché tutti là siamo nati». Quella Terra è santa perché è il luogo di convocazione sulle orme stesse di Dio. Per divina volontà continua anche ai nostri giorni la convocazione di tutti i popoli sul monte Sion, che evocava il profeta Isaia. Tale convocazione esercita tuttora un fascino universale. La Terra Santa gioca, pertanto, un ruolo centrale per l’intera area mediorentale. Direi di più: l’intera umanità guarda a quella Terra, avvertendo di avere con essa profondi legami. Ma, purtroppo, in questo riferimento si intrecciano interessi non sempre religiosi e intenti non sempre di pace. Nonostante ciò. Mi chiedo: potranno le Chiese e le istituzioni civili dell’Europa e del mondo mancare all’appuntamento di pace fissato anche nel nostro tempo con la Terra Santa? I cristiani di Terra Santa sperimentano pesantemente l’oscurità del presente e umanamente non intravedono luci per il futuro. Non perderemo l’appuntamento con la nostra storia, se adempiremo tutti al «dovere» di sostenerli in ogni modo, spiritualmente e materialmente, perché non dimentichiamo che la porta di tale oscurità è stata spalancata per sempre. Come afferma il Papa nella recente enciclica dedicata alla speranza, si può vivere, nonostante tutto, diversamente, perché la vita nuova è stata inaugurata per sempre da Cristo ed egli può cambiare il corso della storia umana».
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