È morto Papa Francesco: cordoglio in tutto il mondo

È morto Papa Francesco: cordoglio in tutto il mondo

La notizia è stata diffusa ufficialmente dalla Santa Sede. Ieri si era presentato in piazza San Pietro per una breve preghiera

La notizia è stata ufficializzata dalla Santa Sede: è morto stamane (21 aprile) Papa Francesco.  Aveva 88 anni.

A dare l’annuncio è stato il cardinale Kevin Farrell: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle  7,35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

Negli ultimi mesi il pontefice era stato afflitto da gravi problemi polmonari ed era in riabilitazione dopo un lungo ricovero al Gemelli. Ieri, giorno di Pasqua, era riapparso in piazza San Pietro per una breve preghiera con i fedeli e poi aveva attraversato la piazza con la Papa Mobile. Questa mattina il decesso, di cui ancora non sono noti i dettagli. 

Cordoglio in tutto il mondo al diffondersi della notizia

“Ho vissuto in Argentina per dieci anni – ha commentato il sindaco Mario Pardini -. Il 13 marzo 2013 ero a Mendoza, dove lavoravo. Ricordo la grande emozione di vedere quel giorno Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, diventare Papa Francesco. Per questo viaggiai fino alla capitale e lì partecipai nella cattedrale a Plaza De Mayo alla prima Santa Messa in onore del nuovo Pontefice, che con il suo storico saluto – Fratelli e sorelle, buonasera – fece subito capire quale sarebbe stato lo spirito del suo mandato. “Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma: sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”, disse per sottolineare che veniva dall’Argentina. Con dolore mi unisco al cordoglio del mondo per la scomparsa del Papa”.

“Il dolore e la perdita di Papa Francesco – afferma il presidente della Regione Eugenio Giani -, un sentimento che domina ciascuno di noi in un confuso rigenerarsi di emozioni caratterizzate dalla tristezza, ma è indubbio che con Papa Francesco se na va una figura che ha segnato la storia”.

“Un uomo – prosegue Giani – che sempre si è espresso facendo sentire alta la sua voce per la pace in un mondo che sembra andare verso i conflitti, un uomo sempre attento e vicino agli ultimi e ai sofferenti”.

“Una grande personalità – conclude Giani – sul piano religioso e civile. Su quello religioso con un processo di rinnovamento della Chiesa ed una maggiore attenzione  agli ultimi e ai sofferenti. Sul piano civile un uomo sempre attento ai processi di sviluppo delle società che avessero a cuore la solidarietà, lo sviluppo sostenibile e la cura dell’ambiente. Una personalità che con le sue encicliche ha saputo rapportare la Chiesa a quell’anima di vicinanza alla dimensione più popolare e autentica che indubbiamente giova a un mondo che ha bisogno di figure che, da un punto di vista religioso, siano così vicine e sensibili, con il loro carisma, alla gente comune”.

L’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti

“La nostra Chiesa di Lucca è nella tristezza per la morte dell’amato papa Francesco: le sue parole e la testimonianza della sua vita ci hanno guidato per dodici anni dietro il Signore Gesù, sulle vie del Vangelo, in un lungo pellegrinaggio di speranza. Anche dinanzi alla fine – alla sua fine – lui ha qualcosa da dirci: ‘La speranza cristiana consiste proprio in questo: davanti alla morte, dove tutto sembra finire, si riceve la certezza che, grazie a Cristo, alla sua grazia che ci è stata comunicata nel Battesimo, la vita non è tolta, ma trasformata, per sempre. […]’. Cosa sarà dunque di noi dopo la morte? Con Gesù al di là di questa soglia c’è la vita eterna, che consiste nella comunione piena con Dio, nella contemplazione e partecipazione del suo amore infinito. Quanto adesso viviamo nella speranza, allora lo vedremo nella realtà. Sant’Agostino in proposito scriveva: ‘Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena dovunque. Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te’. Cosa caratterizzerà dunque tale pienezza di comunione? L’essere felici. La felicità è la vocazione dell’essere umano, un traguardo che riguarda tutti’. (Spes non confundit, 20-21).

A questa speranza noi affidiamo con amore la sua e la nostra esistenza, certi che non resteremo delusi, come ci è stato detto nelle liturgie pasquali che abbiano celebrato in questi giorni. Invito tutti i fedeli della Diocesi a partecipare, in presenza o attraverso i media, alla veglia di preghiera che si terrà stasera 21 aprile alle 21 nella Cattedrale di San Martino, in comunione con tutte le iniziative di preghiera che oggi si celebrano nelle Diocesi di tutto il mondo. Nei prossimi giorni chiedo, a parroci e rettori di chiese, di inserire l’intenzione di suffragio nelle celebrazioni eucaristiche quotidiane, rinnovando l’annuncio apostolico della vita eterna e della risurrezione, affidato in modo speciale dal Cristo a Pietro e ai suoi successori. In questo modo la tristezza di questo distacco non ci ‘ruberà’ la speranza e la gioia che la Pasqua sempre e comunque ci consegna. ‘Le tempeste non potranno mai avere la meglio, perché siamo ancorati alla speranza della grazia, capace di farci vivere in Cristo superando il peccato, la paura e la morte. Questa speranza, ben più grande delle soddisfazioni di ogni giorno e dei miglioramenti delle condizioni di vita, ci trasporta al di là delle prove e ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati, il Cielo’. (Spes non confundit, 25).

L’ex assessore regionale Eugenio Baronti

Questo il ricordo di Eugenio Baronti, ex assessore regionale ed esponente di Sinistra Italiana: “Non sono credente, non frequento la chiesa, ma giuro che la morte di Papa Francescomi addolora profondamente, ho sperato che ce la facesse a superare questa crisi perché di una figura come la sua il mondo, ne aveva proprio bisogno, in quest’epoca estremamente drammatica e difficile. La sua voce autorevole ha risuonato in tutto il mondo con parole semplici, per la Pace, contro la folle corsa al riarmo, contro ogni forma di sfruttamento, in difesa della dignità del lavoro, contro un capitalismo predatorio nei confronti della natura e selvaggio nei confronti dell’uomo a cui nega diritti e dignità. Le sue sono state parole semplici, chiare e coraggiose, di una radicalità insolita per un pontefice, hanno scaldato i cuori di tanti, credenti e non credenti. Lo so, che erano parole che cadevano nel vuoto, i potenti della terra facevano spallette e tiravano avanti esattamente nella direzione opposta riproponendo le loro disumane politiche, a cominciare dal quell’orribile uomo, vice presidente degli USA Jd Vance, il peggio del pensiero reazionario, xenofobo e razzista, che gli si è parato davanti viscido e ossequioso proprio poche ore prima della sua morte. La sua voce era inascoltata però era lì, tagliente e pesante come una pietra, ha dato speranza e forza alla chiesa degli ultimi e a tutti coloro che lottano contro il riarmo e per la pace, ha rappresentato una fastidiosa spina nel fianco dei potenti perché metteva in risalto tutta la loro ipocrisia e falsità, smontava con coraggio le narrazioni belliciste atlantiste dominanti come quando, ebbe a dire, seminando il panico nelle cancellerie europee, che l’abbaiare della Nato davanti alla porta di Mosca aveva contribuito a scatenare l’invasione dell’Ucraina. La corsa al riarmo è una follia, ha ripetuto fino alla fine, e nei prossimi giorni tutti i folli della terra faranno a gara ad essere in prima fila alle sue esequie, contriti e dispiaciuti, avvolti in eleganti abiti rigorosamente neri, qualcuno avrà pure la faccia tosta di versare qualche lacrima a beneficio della selva di telecamere che si precipiteranno su Roma da ogni parte del mondo, perché tutto quanto fa spettacolo, soprattutto la morte di un gigante in mezzo a così tanti nani”.

Fondazione Giovanni Paolo II

“Abbiamo appreso con dolore la morte del pontefice Papa Francesco, all’indomani della Pasqua – dice la Fondazione Giovanni Paolo II – che ha voluto con – ora lo sappiamo davvero – tutte le sue forze celebrare in mezzo alla comunità. Ai partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari del 2014, Jorge Mario Bergoglio definì la solidarietà così: “È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vitadi tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi”. È quanto ci sforziamo di fare anche tutti noi, ognuno nel proprio ruolo, della Fondazione Giovanni Paolo II. È quanto ogni giorno fanno i cooperanti tra le comunità dove siamo presenti, è quanto facciamo in Italia ogni giorno nell’accoglienza. Lottare contro le cause strutturali delle disuguaglianze: è la nostra missione, insegnataci anche da San Giovanni Paolo II e che muove ogni nostra giornata e ogni nostro impegno”.

“Nell’ultimo discorso per la Pasqua che abbiamo celebrato solo ieri – conclude la Fondazione – Papa Francesco ha invitato alla preghiera per le comunità cristiane del Medio Oriente e delle popolazioni martoriate della guerra, chiedendo riconciliazione e pace, speranza e conforto alle popolazioni vittime di violenze e conflitti nonché l’abbattimento di divisioni politiche ed economiche. Ci ha spronato “a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana”. In questo Lunedì dell’Angelo così doloroso per la Chiesa tutta, la Fondazione Giovanni Paolo II si unisce nell’ultima preghiera pubblica di Papa Francesco e preghiamo con lui e per lui”.

Cgil

Anche la Cgil Toscana e la Cgil Firenze esprimono cordoglio e commozione e ricordano quel 12 dicembre 2022 quando, per la prima volta, la Cgil (con una importante delegazione toscana e fiorentina) venne ricevuta in udienza dal pontefice in Vaticano, nella grande e imponente sala Nervi. Un evento storico, preceduto da una lunga marcia di avvicinamento al mondo cattolico e a quello dell’associazionismo che dal tema sulla pace nel mondo ha finito per trovare un terreno comune

Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana) dice: “Abbiamo perso il più grande paladino della pace. Io da comunista ho comunque pregato per lui e oggi ho pianto. È stato un grande uomo, vicino agli ultimi, e ci mancherà tantissimo”. Aggiunge Bernardo Marasco (segretario generale Cgil a Firenze): “Lo abbiamo sempre sentito vicino perché è stato il papa degli ultimi lasciati indietro dal mercato che tratta l’uomo solo come un mezzo, e il papa che ha avuto il coraggio di alzare sempre un grido per la pace”.

Confindustria Toscana Nord

Commozione e cordoglio fra gli imprenditori di Confindustria Toscana Nord per la scomparsa di Papa Francesco, un pontefice che ha saputo parlare al cuore di tutti con uguale forza ed efficacia.

“Questo Lunedì dell’angelo si apre con la notizia della scomparsa di Papa Francesco – dichiara il presidente di Confindustria Toscana NordDaniele Matteini -. Una notizia che reca profondo dolore alla comunità dei credenti che negli insegnamenti del pontefice ha sempre trovato una guida sicura a cui ispirarsi. Come industriali, tante volte siamo stati chiamati a interrogarci sui grandi temi rispetto ai quali Papa Bergoglio ha espresso il proprio pensiero: sono sempre risuonati forti i richiami all’ineludibile valore dell’etica e della responsabilità sociale, che deve accompagnare ogni scelta aziendale, ogni momento di crescita ma anche di fragilità dell’impresa. Come Confindustria Toscana Nord ci preparavamo a partecipare, fra pochi giorni, al Giubileo degli imprenditori organizzato da Confindustria; eravamo consapevoli delle precarie condizioni di salute del pontefice e sarebbe stato anche un modo per esprimergli, magari solo idealmente, la nostra vicinanza. Non sappiamo se l’appuntamento sarà confermato: di certo il nostro pensiero da oggi sarà con questa alta figura morale e religiosa che, in tanti anni, ha sempre mostrato la vicinanza al suo popolo. Un pensiero, questo, che esprimo a titolo personale e a nome del Consiglio di presidenza, del Consiglio generale, di tutti gli organi e della struttura di Confindustria Toscana Nord.”

Vi sono stati importanti momenti di relazione fra il defunto pontefice e il mondo industriale rappresentato in Confindustria Toscana Nord. Nel 2015, in occasione della sua visita a Prato, a Papa Francesco furono donate dal mondo del lavoro pratese una casula, con stola e mitra, realizzate in collaborazione con l’Atelier X Regio. Il paramento era stato realizzato con un tessuto particolarissimo: la riedizione moderna, grazie alle indicazioni tecniche contenute nelle carte di Francesco Datini, di un “panno” del XIV secolo, effettuata dal Museo del tessuto di Prato con il sostegno di Pratotrade. Copia della casula fu donata alla Diocesi di Prato ed è stata indossata dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini lo scorso 29 dicembre in occasione dell’indizione del Giubileo.

“Ricordo anche che il 12 settembre 2022 Confindustria Toscana Nord partecipò, rappresentata dal vicepresidente Tiziano Pieretti, all’assemblea pubblica di Confindustria che si tenne in Vaticano – conclude il presidente Matteini -. In quella occasione, nell’Aula Paolo VI Papa Francesco tenne un toccante discorso in cui la figura dell’imprenditore era delineata con straordinaria lucidità e pienezza, sottolineandone importanza e responsabilità. Definiti ‘una componente essenziale per costruire il bene comune’, ‘un motore primario di sviluppo e di prosperità’, gli imprenditori venivano richiamati anche agli obblighi morali e materiali imposti dal loro ruolo sociale. L’uomo, il lavoratore, sempre al centro dell’impresa; e noi imprenditori, peraltro anche noi lavoratori come sottolineò giustamente il pontefice, parimenti al centro, in un’economia che debba servire allo sviluppo governabile e a dare e fornire serenità, benessere, pace sociale. Un tema su cui il pontefice si è ripetutamente espresso è quello dell’impatto ambientale; il creato non è nostro, ci è stato dato e saremo chiamati a rispondere dell’uso che ne stiamo facendo. Sono temi alti, altissimi, che però, riflettendoci oggi non appena appresa la notizia della perdita di Papa Francesco, sono entrati dentro di noi; fanno parte del nostro cammino verso la promozione umana e sociale che ci sforziamo di intraprendere, con le nostre debolezze e fragilità ma anche forti di un così alto insegnamento. Il discorso di quel settembre 2022 si concluse con una richiesta ricorrente negli interventi di Papa Francesco: quella di pregare per lui. Un invito da accogliere ora, alla sua morte, come è stato accolto durante la vita di questo pontefice straordinario”.

Unicef

“Esprimiamo grande dolore e commozione per la scomparsa di papa Francesco: un uomo di grande umanità, che ha sempre costruito ponti e mai muri, che si è battuto per la pace, sempre vicino ai più deboli, in particolare a tutti i bambini e le bambine che soffrono nel mondo; ha saputo dare luce, speranza e dignità ai più vulnerabili e invisibili”.

Confcooperative Toscana

“Con Papa Francesco si spegne una voce che, per il mondo della cooperazione, ha rappresentato in questi anni una guida autentica, capace di illuminare con forza e coerenza la strada dell’economia civile e del bene comune. Le sue parole sono state per noi un continuo stimolo a mettere le persone al centro, a partire da quelle più fragili e dimenticate”. Così Alberto Grilli, presidente di Confcooperative Toscana, esprime il cordoglio e la vicinanza della comunità cooperativa toscana per le condizioni di salute di Papa Francesco, sottolineando l’impronta profonda lasciata dal Pontefice sul mondo della cooperazione.

“Papa Francesco ha saputo parlare a tutti – prosegue Grilli – ma in modo particolare a chi, come noi, crede nella forza della solidarietà organizzata, nella responsabilità condivisa, nel lavoro come strumento di dignità. La sua attenzione costante verso le periferie esistenziali e il suo appello a costruire ponti anziché muri sono stati, e continueranno a essere, pilastri della nostra azione quotidiana”. In Toscana, dove la cooperazione rappresenta un modello radicato e diffuso, il messaggio del Papa ha trovato ascolto e concretezza: “Le nostre cooperative hanno tradotto nel fare quotidiano quelle parole che ci ha affidato – conclude Grilli – e che continueremo a custodire come un’eredità preziosa. In questo momento di preghiera e riflessione, rinnoviamo il nostro impegno a portare avanti una visione evangelica di giustizia, inclusione e sviluppo umano integrale”.

Acli

“Con la scomparsa di Papa Francesco, perdiamo un padre vero, capace di parlare al cuore delle persone semplici, dei lavoratori, delle famiglie. È un dolore profondo per tutta la comunità delle Acli, che in lui ha sempre riconosciuto una guida spirituale e civile”, per Elena Pampana, Presidente Acli Toscana.

“Per noi toscani – prosegue Pampana – il legame con Papa Francesco è stato anche diretto: più volte ha scelto la nostra terra per portare un messaggio di speranza e di impegno concreto. Firenze, Prato, Loppiano: in ogni incontro ci ha lasciato parole che hanno tracciato una direzione chiara per chi crede in una fede incarnata nella vita quotidiana, nel lavoro, nella giustizia sociale. Il Papa non ha mai smesso di ricordarci che ‘il lavoro è sacro’, che ‘non c’è peggiore povertà di chi è privato della dignità del lavoro’. Ha dato voce agli invisibili, ai precari, ai giovani che non trovano un futuro. La sua attenzione costante al mondo del lavoro, alla dignità della persona, alla pace e alla cura del creato resteranno per noi una bussola etica e sociale. Oggi ci stringiamo alla Chiesa intera e lo facciamo con gratitudine. Il suo insegnamento continuerà a ispirare il nostro impegno, nel segno di una fede che si fa azione, accoglienza, coraggio”.

Misericordie toscane

“Papa Francesco ci ha lasciato il giorno dopo la Pasqua di Resurrezione, come ad impartirci l’ultimo insegnamento: ricordarlo non nel dolore, ma nella gioia della fede, con la certezza che oggi lui è felice tra le braccia di Dio”. A dirlo è il presidente delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi.

“Il dolore c’è, certo, ma è per noi, che non potremo più godere della sua presenza e della sua guida. Ed è tanto più forte per chi, come i fratelli e le sorelle delle Misericordie, si prende cura degli altri e dunque ha sentito particolarmente vicino Papa Francesco nella sua straordinaria e costante attenzione agli ultimi. Ma a prevalere oggi non può essere questo sentimento di mancanza, bensì la gratitudine a Dio per avercelo donato. Il sorriso è stato uno dei tratti distintivi del suo pontificato ed è dunque con il sorriso che vogliamo ricordarlo”.

Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri

“Ha mostrato al mondo che la cura non è solo tecnica, ma è relazione umana. Da medico e da cattolico, ho sempre sentito nelle parole di Papa Francesco un’eco profonda del nostro compito quotidiano: prendersi cura non significa solo guarire, ma accompagnare, accogliere, condividere”. A dirlo è Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Firenze, ricordando la figura del Pontefice nel giorno della sua scomparsa.

“Il Santo Padre ha parlato al mondo sanitario con lucidità e sensibilità, richiamando con forza l’urgenza di rimettere al centro la persona e non solo la malattia. Il suo insegnamento sull’accesso alle cure, sulla tutela dei più fragili, sulla medicina come servizio e vocazione, resta per tutti noi un riferimento imprescindibile. Anche quando le posizioni non coincidevano pienamente Papa Francesco ha saputo indicare una strada che unisce e non divide. Il suo messaggio è sempre stato di dialogo, compassione e profondità morale. Oggi il mondo perde un grande uomo, e noi medici perdiamo un punto di riferimento prezioso”.

AGeSC

La professoressa Michela del Carlo, responsabile nazionale delle relazioni estere nel comitato esecutivo nazionale dell’AGeSC esprime “con grande tristezza e commozione il cordoglio del Comitato Provinciale AGeSC di Lucca e Regionale della Toscana per la scomparsa dell’amato Papa Francesco.
Siamo grati di avere avuto l’onore di incontrarlo in Udienza lo scorso 4 gennaio (e in precedenza, nel 2015) per celebrare il 50esimo Anniversario di Fondazione dell’ associazione. Fu un incontro molto toccante dove il Santo Padre dette dimostrazione della sua grande umiltà e generosità. Siamo profondamente addolorati per il grande vuoto che ha lasciato e porteremo nel nostro cuore la grande riconoscenza per l’attenzione riservata al mondo dell’educazione e della scuola, ai genitori e ai docenti.

Desideriamo esprimere il nostro più sentito ringraziamento a Papa Francesco per l’amore che ci ha donato. In occasione dell’Udienza del 4 gennaio scorso, Papa Francesco evidenziò il concetto della ‘pedagogia di Dio’, sottolineando che ‘il suo metodo educativo si basa sulla vicinanza, sulla compassione e sulla tenerezza’ e ricordando che i ‘pellegrini di speranza sono tutte le persone che cercano un senso per la propria vita e anche coloro che aiutano i più piccoli a camminare su questa strada. Appresa la triste notizia, l’AGeSC di Lucca e della Toscana si unisce in preghiera per Papa Francesco con la Diocesi e la Chiesa tutta”.

Share this content: