“È triste constatare – osserva monsignor Giuseppe Baturi – che, già prima dello scoppio della guerra in Ucraina, siano diminuite in modo significativo le spese per l’educazione, mentre le spese militari hanno superato addirittura il livello registrato al termine della Guerra fredda”. Lo ha affermato ieri il segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi, intervenendo al Convegno dei giovani del Mediterraneo a Firenze
14 Luglio 2023, di Davide De Amicis
Ieri si è tenuto a Firenze, nella cornice del Salone de’ duecento a Palazzo Vecchio, il Convegno dei giovani del Mediterraneo – al quale hanno partecipato 34 delegati giunti da 18 Paesi diversi – a cui è intervenuto l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana monsignor Giuseppe Baturi: «Cercate indomiti il grande, il bello e il necessario – invita il porporato, facendo riferimento ad alcuni spunti di lavoro tratti dalla Carta di Firenze (il documento siglato dai vescovi e dai sindaci del Mediterraneo al termine della seconda tappa del convegno “Mediterraneo frontiera di pace”, che li aveva riuniti a Firenze nei giorni in cui scoppiava la guerra in Ucraina) -. Non lasciatevi costringere in compromessi senza respiro. Non abbiate paura della sete di radicalità e della ricerca del definitivo. Andate incontro ai vostri contemporanei e sostenetene la speranza, partecipate alla costruzione di un mondo migliore. Difendete la vita e contribuite a fare del nostro mare un crocevia di pace e armonia».
Uno dei temi rilanciati è stato il riconoscimento della diversità come patrimonio condiviso per tutta l’umanità: «La sfida è che la diversità delle culture e delle storie possa essere motivo di ricchezza, di incontro e non di estraneità – ricorda monsignor Baturi -. La pace nel Mediterraneo avrà effetto in tutte le parti del mondo».
Quindi la domanda indirizzata ai giovani riuniti a Palazzo vecchio: «Sapremo sviluppare valori per i quali queste civiltà del Mediterraneo potranno incontrarsi? – interroga monsignor Baturi – Dipende da noi e, un po’, dipende anche da voi».
In seguito il segretario generale della Cei si è rivolto alla politica internazionale: «L’educazione – sottolinea l’arcivescovo – rende la persona più libera, responsabile e attenta a generare speranza. Non c’è pace, non c’è democrazia né reale pluralismo culturale senza un’efficace azione educativa, che tende alla verità ed esige affermazione del valore assoluto dell’uomo e della sua coscienza. È triste constatare che, già prima dello scoppio della guerra in Ucraina, siano diminuite in modo significativo le spese per l’educazione, mentre le spese militari hanno superato addirittura il livello registrato al termine della Guerra fredda».
Inoltre, da monsignor Giuseppe Baturi è arrivato anche un appello alla fraternità religiosa nelle città: «Contro la contrapposizione tra il proprio particolare assolutizzato e quello dell’altro, serve una ripresa del senso religioso – esorta il presule -. Per noi cristiani vale la parola della fede». Al termine del suo intervento, monsignor Baturi ha quindi rivolto un pensiero ai molti ragazzi impegnati, proprio in questi giorni, in guerre e migrazioni: «Non possiamo non ricordare con dolore – conclude il presule – i tanti giovani che stanno combattendo in Ucraina in campi di battaglia, che solo fino a pochi mesi fa erano campi di grano. In tanti luoghi anche i bambini sono usati come arma di distruzione».
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