14 Luglio 2023
Ruzica Markovic è stata la voce di Rondine al Consiglio dei giovani del Mediterraneo che si è insediato in questi giorni a Firenze. Quaranta giovani provenienti da diciannove Paesi dell’area indicati dalle rispettive Conferenze episcopali o Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche che per la prima volta si sono riuniti per portare il proprio contributo e la visione delle giovani generazioni nell’ambito dell’iniziativa che si protrarrà fino al 17 luglio.
Un progetto condotto dalla Fondazione “Giorgio La Pira”, la Fondazione “Giovanni Paolo II”, il Centro internazionale studenti “Giorgio La Pira” e l’Opera per la gioventù “Giorgio La Pira”; nato come “Opera Segno” in seguito all’incontro dei Vescovi del Mediterraneo di Firenze 2022, il quale vede coinvolta la Cittadella della Pace in segno di continuità: è stata, infatti, invitata a partecipare al Consiglio dei giovani del Mediterraneo Ruzica, studentessa di Rondine, in rappresentanza dei partecipanti del progetto “Mediterraneo Frontiera di Pace, Educazione e Riconciliazione”.
Un percorso di formazione alla trasformazione del conflitto e alla progettazione rivolto a giovani dei Paesi mediterranei colpiti da tensioni politiche e sociali, che mira a fornire ai partecipanti gli strumenti metodologici e operativi per intervenire in situazioni in rapido mutamento e straordinariamente complesse, con l’obiettivo di rafforzarne le capacità strategiche e di leadership.
“Mediterraneo Frontiera di Pace, Educazione e Riconciliazione” nasce nel 2020 come “Opera Segno” affidata dalla CEI – Conferenza Episcopale Italiana – a Rondine Cittadella della Pace, in collaborazione con Caritas Italiana, grazie ai fondi provenienti dall’8 per mille destinato alla Chiesa Cattolica, a margine del primo incontro tra i Vescovi del Mediterraneo nel segno di La Pira, a Bari, e riconfermata nel 2022 in conclusione dell’incontro dei Vescovi del Mediterraneo a Firenze, contemporaneamente all’istituzione del Consiglio dei giovani.
Ruzica è intervenuta a nome degli altri sette giovani leader impegnati nella seconda edizione del progetto che si uniscono agli undici partecipanti che sono già rientrati nei loro Paesi e stanno portando avanti azioni e progetti di impatto nelle rispettive società: in Bosnia ed Erzegovina, Libano, ma anche Tunisia, Algeria, Albania, Palestina, Turchia e Siria.
Progetti che offrono spunti e contributi esperienziali che saranno condivisi nell’ambito dei lavori del Consiglio.
Tra i momenti di rilievo durante i lavori del Consiglio nel corso della settimana, gli incontri con il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia e Città della Pieve, monsignor Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e Organizzazioni Internazionali della Santa Sede, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Baturi, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Tra gli ambiti di intervento della progettazione dei giovani di Rondine la promozione della comprensione reciproca in zone di convivenza tra etnie diverse, l’attenzione verso le disuguaglianze sociali, il dialogo interreligioso e il coinvolgimento dei giovani tema centrale delle giornate di Firenze. In particolare l’attenzione verso questa fascia d’età si declina attraverso varie iniziative: dalla creazione di un’Academy, per formare nuovi leader, alla necessità di ridurre le violenze familiari e territoriali, promuovendo ambienti più sicuri e pacifici nei quali crescere.
Tutto nell’ottica della costruzione della pace, che passa attraverso consapevolezza, accettazione e cambiamento, soprattutto in quelle zone del Mediterraneo dove ci sono conflitti, purtroppo, istituzionalizzati, siano essi etnici, religiosi o sociali. Sopra tutto questo, la crescita di un network di giovani dai diversi angoli del Mediterraneo impegnati e preparati, che stanno coltivando relazioni, condividendo visioni ed esperienze, e che si supportano nella realizzazione delle rispettive imprese di pace. L’auspicio è che questa nuova Istituzione possa infondere nuova linfa ai percorsi di fratellanza e di dialogo tra le diverse comunità che si affacciano sul «grande Lago di Tiberiade», citando La Pira, che rimane la principale ispirazione di questo cammino di pace.
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