La villetta confiscata alla mafia rinasce al servizio delle famiglie in difficoltà

La villetta confiscata alla mafia rinasce al servizio delle famiglie in difficoltà

Per la prima volta nel territorio fu requisita la proprietà a una famiglia mafiosa per passarla allo Stato. Adesso torna nella disponibilità della comunità di Terranuova insieme a un altro capannone a uso pubblico

L'appartamento capotesta a più piano con resede intitolato alla famiglia Nencioni, immagine del comune di Terranuova Bracciolini

Due immobili tolti dalle mani di una famiglia legata alla mafia, i Priolo. Erano gli anni ’90 e quello fu il primo sequestro del genere che scattò nel territorio aretino e in particolare a Terranuova Bracciolini. Dopo anni, passaggi burocratici e una fitta ricerca di finanziamenti, l’appartamento e il capannone rinascono con una funzione sociale importante per la comunità.

L’appartamento confiscato alla mafia si trova nella frazione delle Ville e adesso ha preso il nome di Residenza Nencioni, dal nome della famiglia vittima della più grave strage avvenuta in Toscana, in seguito all’attentato terroristico all’Accademia dei Georgofili di Firenze nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993.

L’altra struttura che venne tolta dalle proprietà mafiose e affidata allo stato è un capannone che si trova in località Poggilupi. Per volontà dell’amministrazione ha preso il nome di Giuseppe Valarioti, un giovane amministratore che ha pagato con la vita la sua battaglia alla cultura mafiosa.

La residenza Nencioni diventa cohousing sociale

L’appartamento finemente ristrutturato con un finanziamento di 260mila euro e che ha avuto la sua presentazione pubblica nei mesi scorsi, è pronto per accogliere le prime famiglie che si trovano nel disagio abitativo. Il regolamento di utilizzo è stato approvato dal consiglio comunale di Terranuova. All’interno potranno abitare una famiglia di 4 persone, con due bambini, e una da due. Poi c’è lo spazio per aggiungere altri due letti nel salotto. Gli ingressi seguiranno una serie di criteri, tra i quali il bisogno di aiuto e la residenza nel comune di Terranuova. Il progetto sarà gestito dalla Fondazione Papa Giovanni Paolo II in collaborazione con il servizio sociale del Comune. “Questo spazio – ha dichiarato l’assessora Giulia Bigiarini – non sarà solo un luogo di residenza condivisa, ma parte di un progetto più ampio volto a promuovere l’integrazione e il supporto sociale per i cittadini”. Il progetto mira infatti a creare un ambiente di vita condiviso che supporti le esigenze dei partecipanti, offrendo loro un’opportunità unica di abitare in uno spazio comune che promuove la cooperazione e la comunità. La partecipazione è regolata da un processo di selezione basato su criteri specifici, progettati per garantire che l’iniziativa supporti i più bisognosi. Le domande di adesione al progetto di co-housing sono accettate a partire dal 1° agosto 2024. Gli interessati potranno visitare il sito ufficiale del Comune di Terranuova Bracciolini per ulteriori informazioni sui requisiti di accesso e per scaricare il modulo di domanda.

Il capannone a uso pubblico
Uso pubblico per lo spazio intitolato all’amministratore ucciso dalla mafia, Valarioti. Il capannone di Poggilupi ha avuto un finanziamento della Regione Toscana di 450mila euro e avrà un uso polivalente utile per la rimessa dei mezzi di protezione civile, per il deposito di strumentazione e per accogliere l’archivio degli uffici tecnici del Comune. Il fabbricato fa parte di un agglomerato di capannoni edificati negli anni ’60, ed è costituito in parte da struttura in cemento armato e in parte da struttura portante in acciaio. Il progetto di manutenzione straordinaria ha previsto la suddivisione degli spazi interni al piano terra del capannone configurandolo in quattro zone principali: un’autorimessa di 295 mq, due locali per l’archiviazione di pratiche rispettivamente di 170 mq e di 54 mq; un locale per il deposito e lo stoccaggio di attrezzature di 30 mq e alcuni servizi di completamento.

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