“Ho paura che le attività possano fermarsi, spegnendo la loro unica speranza per un futuro di inclusione, perché in Palestina questa è una delle pochissime scuole che permette ai bambini audiolesi di imparare a parlare.”. La testimonianza di chi Effetà l’ha vissuta in prima persona.
15 Dicembre 2023
Sono Viola Nouhi e da alcuni mesi lavoro alla Fondazione Giovanni Paolo II, dopo che per un anno ho svolto il Servizio Civile Universale a Betlemme presso l’Istituto Effetà Paolo VI.
Proprio in questo periodo lo scorso anno ero lì, rallegrata dalla gioia dei bambini e affascinata dallo spirito del Natale che solo la Terra Santa sa trasmettere. Spesso, in questi giorni, mi capita di ripensare a quel periodo, quando la guerra sembrava così lontana.
Tra pochi giorni è di nuovo Natale e mi si spezza il cuore leggendo le notizie del conflitto che sta nuovamente devastando quella terra.
Le Suore Dorotee, che da sempre gestiscono l’Istituto, mi raccontano ogni settimana quello che succede a Betlemme; purtroppo sempre meno studenti possono raggiungere la scuola. La maggior parte infatti abita lontano e non riesce a spostarsi perché è rischioso percorrere le strade e attraversare i check point. Le lezioni proseguono on line ma per un bambino audioleso i progressi non possono essere gli stessi.
Se un anno fa le problematiche erano già molte, da alcuni mesi la situazione è cambiata: le famiglie sono in difficoltà e non possono più permettersi di pagare le rette scolastiche. Nelle città molte attività hanno già chiuso, i permessi dei lavoratori sono stati revocati e oltrepassare il muro è ormai impossibile.
Mi chiedo che ne sarà di Effetà e di tutti i bambini che mi hanno accolto col sorriso. Ho paura che le attività possano fermarsi, spegnendo la loro unica speranza per un futuro di inclusione, perché in Palestina questa è una delle pochissime scuole che permette ai bambini audiolesi di imparare a parlare.
Nell’anno vissuto a Betlemme ho visto con i miei occhi l’impatto delle donazioni che si trasformano in cibo per le ragazze del convitto, in sedute di logopedia, in matite, che portano un po’ di colore là dove il muro, distante solo pochi passi, tinge tutto di grigio.
Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare la raccolta di Natale all’Istituto Effetà, in un momento così drammatico per Betlemme e la Palestina è importante che questa scuola resista e possa essere ancora un luogo di speranza e uno spazio di pace e per questo c’è bisogno di tutti.
Viola Nouhi
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