giovedì, 30 Novembre 2023
Il progetto di vita individuale per le persone con disabilità protagonista di un convegno organizzato dalle Fondazioni Riconoscersi e Giovanni Paolo II. Conticini: «strumento decisivo di emancipazione per le persone con disabilità e per i loro familiari»
Prosegue con grande determinazione il lavoro della Fondazione Riconoscersi di Arezzo nella promozione del “progetto di vita individuale” come strumento privilegiato per concretizzare l’autonomia delle persone con disabilità. In questo caso ad essere coinvolta è la comunità casentinese, che presso la sede della Fondazione Baracchi (in via Bosco di Casina 12) a Bibbiena, venerdì 1° dicembre a partire dalle 14:00 ospiterà il convegno organizzato insieme dalle Fondazioni Giovanni Paolo II e Riconoscersi, dal titolo: “Progetto di vita: un nuovo approccio per i diritti delle persone con disabilità”. Iniziativa aperta al pubblico realizzata col sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze, in collaborazione con Usl Toscana sud est e Unione dei Comuni montani del Casentino.
«In questa fase, il nostro obiettivo prioritario – spiega Mauro Conticini, presidente della Fondazione Riconoscersi, che si occupa di disabilità – è quello di far conoscere lo strumento del “progetto di vita individuale”. A nostro parere il veicolo ideale per interpretare i bisogni di una persona con disabilità e promuoverne autonomia e autorealizzazione personale. Accanto a questo l’altro strumento indispensabile è il cosiddetto “budget di salute”, che definisce le risorse economiche, professionali e relazionali che consentano l’implementazione del progetto di vita. Conoscere questi strumenti ed appropriarsene culturalmente significa avere le chiavi per garantire una vita dignitosa e ricca di stimoli alle persone con disabilità psichica, intellettiva e relazionale. Mi auguro che venerdì partecipino tante persone e ci sia uno scambio proficuo di punti di vista».
Al convegno parteciperanno, fra gli altri, l’assessora regionale al welfare, Serena Spinelli, e Patrizia Castellucci, direttrice dei servizi sociali della Usl Toscana Sud est
Programma
Ore 14:30 – registrazione dei partecipanti
Ore 15:00 – apertura dei lavori
Filippo Vagnoli, sindaco di Bibbiena; Carlo Toni, presidente Unione dei comuni del Casentino; Eleonora Ducci, sindaca di Talla; Marzia Sandroni, direttrice della zona ristretta sociosanitaria del Casentino
Ore 15:20 – Progetto di Vita: allo stato dell’arte in provincia di Arezzo
Mauro Conticini, presidente della Fondazione Riconoscersi
15:40 – Le reti territoriali: collaborazione tra la Fondazione Giovanni Paolo secondo e la Fondazione riconoscersi
Andrea Bottinelli, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II
Ore 16:00 – inquadramento metodologico: cambio di paradigma e progetto di vita
Natasha Curto, centro studi Università di Torino
Ore 16:45- tavola rotonda
Faustina Bertollo, associazione Crescere; Alessandra Polmonari, associazione Amica Rete; Mara Mammuccini, Fondazione Riconoscersi; Cristina Giuntini, Istituto comprensivo statale Guido Monaco; Patrizia Castellucci, direttrice dei servizi sociali azienda Ausl Toscana sud est; Daniela Nocentini, responsabile servizi sociali presso l’unione dei cComuni del Casentino.
Ore 17:40 – Conclusioni
Serena Spinelli, assessore Regione Toscana welfare
Ore 18:00 – aperitivo
Modera l’incontro Alessio D’Aniello coordinatore del progetto “Un progetto per la vita in Casentino”
Che cos’è il Progetto di vita individuale
Il Progetto di Vita Individuale è uno strumento che, a partire dal profilo funzionale della persona, dai bisogni e dalle aspettative e nel rispetto della propria autonomia e capacità di autodeterminazione, individua quale è il ventaglio di possibilità, servizi, supporti e sostegni, formali (istituzionali) e informali, che possono permettere alla stessa di migliorare la qualità della propria vita, di sviluppare tutte le sue potenzialità, di poter partecipare alla vita sociale, avere laddove possibile una vita indipendente e poter vivere in condizioni di pari opportunità rispetto agli altri.
Il Progetto di vita della persona diventa dunque la sede nella quale riunificare le risposte, in termini di obiettivi, sostegni e opportunità, offerte dai sistemi sanitario e sociale, previdenziale e scolastico, lavorativo, ambientale/ domestico e socio-relazionale, scelte in raccordo con la persona e con i familiari.
Tale strumento dovrà essere dinamico, impostato e gestito in modo da seguire l’evoluzione dei bisogni e delle risposte per l’intero ciclo di vita della persona, adeguatamente differenziato a seconda delle diverse fasi evolutive ma anche delle diverse esigenze tra chi è capace di autodeterminarsi e avere una vita indipendente e chi necessita di un maggiore accompagnamento e supporto da parte della rete familiare, sociale e dei servizi. Nel Progetto Individuale di Vita vengono scritti tutti i desideri e i bisogni dei giovani e in questo modo si possono creare dei supporti per aiutarli a fare ciò che desiderano.
Attraverso tale innovativo approccio si guarda al giovane con disabilità, non più come ad un semplice utente di singoli servizi, ma come ad una persona con le sue esigenze, i suoi interessi e le sue potenzialità da alimentare e promuovere.
Il progetto prevede le seguenti attività:
– Attivazione di uno sportello di Orientamento alle famiglie di giovani con disabilità.
Tramite la collaborazione con la Fondazione Riconoscersi è stato possibile attivare uno sportello di orientamento ai servizi per la costruzione del Progetto di Vita Individuale. Lo sportello accompagna i genitori nella presa di consapevolezza delle loro competenze e dei loro diritti. Obiettivo del percorso è sostenere i genitori nella costruzione del progetto di vita indipendente del figlio ed aiutarli ad assumerne la regia. Questa “regia” si concretizza nella gestione della rete formale e informale che ruota intorno alla famiglia e nella finalizzazione alla vita indipendente delle azioni messe in campo da questa rete, degli stili relazionali, delle scelte. Attraverso il progressivo lavoro di capacitazione, la famiglia viene accompagnata a mettere a fuoco quelli che desidera che siano gli obiettivi di vita per il figlio ed a orientare la rete perché tutti lavorino per gli obiettivi individuati. Questa assunzione progressiva della regia, volta non solo ad ottenere servizi ma ad orientare in maniera diffusa lo sguardo della comunità, costituisce un agire preventivo rispetto all’istituzionalizzazione: i genitori impostano quel sistema di legami orientati al futuro e al rispetto dei diritti che consentiranno ai loro figli di vivere come cittadini al pari degli altri.
– Formazione Assistenti sociali
Per il raggiungimento dello scopo del progetto, ad inizio attività si è proceduto alla finalizzazione del percorso formativo di costruzione delle competenze a favore degli assistenti sociali (case manager) dei Comuni parte della UCC e personale addetto finalizzato alla formulazione del Progetto di Vita Individuale.
– Incontri di sensibilizzazione
Nella prima parte del progetto abbiamo organizzato un evento (1 dicembre) rivolto alla cittadinanza per sensibilizzare sul tema del PdVi, in seguito realizzeremo degli incontri di sensibilizzazione all’interno delle scuole rivolti ai docenti, agli studenti e alle famiglie in cui verranno presentate le opportunità e i servizi di inclusione sociale attivi nel territorio.
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