17 Ottobre 2023
“La pace è sepolta nella tomba della guerra. E con essa anche il negoziato”. Lo dichiara padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, in un audio inviato al Sir e diffuso in occasione della Giornata di preghiera, digiuno e astinenza per la pace in Terra Santa, che si celebra oggi, per iniziativa del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa. “Solo la mano di Dio può riportare la pace in questa Terra Santa” sottolinea il frate per il quale, dopo l’attacco del 7 ottobre scorso, “la nostra vita è cambiata. Siamo inorriditi e tristi per il numero di vittime e di feriti, migliaia sia in Israele che a Gaza. Moltissimi sono bambini, morti e feriti, in entrambi le parti. Fa male – dice padre Faltas – vedere e ascoltare il grido di dolore di tante madri che hanno perso i loro bambini. L’amore materno non conosce confini, ogni mamma è la mamma di tutti. Tante madri e tanti padri hanno perso la loro vita per proteggere quella dei propri figli, sia a Gaza che in Israele. Il mio pensiero oggi va a tutti i bambini che non ci sono più, a tutti quelli che con le loro famiglie in questo momento sono stati avvisati a lasciare la città di Gaza. Non hanno più una casa e cosa ancor più terribile, non sanno dove andare”. Lo sguardo del francescano si volge anche a Gerusalemme e Betlemme, oggi vuote, dove, dice, “la gente è chiusa dentro le proprie abitazioni. Ovunque c’è uno strano silenzio, è il silenzio che nasce dalla paura e dall’angoscia. Siamo terrorizzati che possa accadere ancora quello che è avvenuto il 7 ottobre scorso, all’improvviso. Le scuole e i negozi sono chiusi. Abbiamo chiuso anche il nostro albergo Casanova, gli ultimi gruppi sono ripartiti due giorni fa. La basilica del Santo Sepolcro si è svuotata, non ci sono più i pellegrini in fila per entrare e sfiorare, solo per un minuto, la tomba di Cristo”.
Padre Faltas supplica Papa Francesco “di intervenire, per scuotere le coscienze dei potenti del mondo perché non servono le armi per risolvere queste situazioni terribili. Occorre agire subito con azioni di incontro e di dialogo, concordate tra le diverse nazioni che portino ad un piano di pace. Se vuole la comunità internazionale può fare molto”. La preghiera del vicario della Custodia è a Dio, affinché susciti “leader che sappiano, come san Francesco, guardare dritto al cuore del problema e mettere fine a questa guerra. La storia ci insegna che ci sono stati grandi leader che hanno lavorato con amore per la pace e la libertà, che hanno agito per cancellare ogni guerra e ogni forma di odio e di vendetta per il bene dell’umanità. In questa guerra siamo coinvolti tutti. Sosteniamo la pace con la preghiera e con buone pratiche”.
Daniele Rocchi
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