Nasce il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo
di Nicholle Salerno
«I giovani sono come le rondini, vanno verso la primavera»: con queste parole inizia il viaggio tra culture, sguardi e tradizioni nel Mediterraneo promosso lo scorso 13 luglio 2023 presso il municipio di Firenze dal Consiglio dei giovani del Mediterraneo. Si tratta di un progetto nel quale ragazzi provenienti dai Paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo possono vivere pienamente la cittadinanza del Mare Nostrum attraverso la relazione, lo scambio e la pace, ma soprattutto attraverso la condivisione della propria esperienza di fede.
Un progetto fortemente voluto dalla Conferenza episcopale italiana, che ha riconosciuto nelle nuove generazioni la capacità di poter creare ponti con diverse culture, e supportato da vari promotori: la Fondazione Giorgio La Pira, l’Opera per la gioventù Giorgio La Pira, il Centro internazionale studenti Giorgio La Pira e la Fondazione Giovanni Paolo II.
Il Consiglio dei giovani del Mediterraneo vuole essere punto di slancio per idee, progetti e sogni di una generazione che vive la globalizzazione e l’innovazione in un’ottica di accoglienza, conoscenza e condivisione delle competenze. Essere parte di questo grande progetto rappresenta certamente un’occasione di crescita non solo personale ma comunitaria.
Molta attenzione viene data alla valorizzazione della comunità locale: lo scorso 27 agosto a Brindisi si è tenuto l’evento “Colloqui Mediterranei”, nel quale è intervenuta la professoressa Patrizia Giunti, presidente della Fondazione Giorgio La Pira. È stata l’occasione per raccontare la storia di Giorgio La Pira ma anche per ricordare come il mar Mediterraneo sia una risorsa per Brindisi, che nel corso della storia è stata crocevia di popoli, luogo di scambi ma anche testimonianza di accoglienza.
No, essere cittadini del Mediterraneo non è semplice. Ognuno dei popoli che vive questo mare ha la responsabilità di custodire una storia millenaria e con sé porta i valori dell’accoglienza, del dialogo e della condivisione. Azioni non semplici, che però sono il risultato di un’educazione all’ascolto, alla cura e al servizio. Ecco allora perché osservare la realtà da diversi punti di vista e imparare nuovi metodi di dialogo e di comprensione dell’altro diventa necessario per guardare oltre le proprie prospettive e scoprire che le diversità sono punti di forza, necessari a vivere con pienezza la quotidianità e l’impegno sociale.
Share this content: