Tornerà a riunirsi nella prima settimana di ottobre il Consiglio dei giovani del Mediterraneo. Stavolta online, collegando via web i rappresentanti under 35 di diciotto Paesi affacciati sul grande mare. A metà luglio i quaranta ragazzi che compongono l’organismo – in realtà 34 per alcune difficoltà di ingresso in Italia – si erano incontrati per la prima volta nell’appuntamento di insediamento della consulta. In questo caso, di persona. Una settimana nella Penisola che aveva avuto il suo fulcro a Firenze, la città scelta come sede del Consiglio perché aveva ospitato il secondo Incontro dei vescovi del Mediterraneo nel febbraio 2022. Un G20 ecclesiale che aveva avuto come prima tappa Bari nel 2020 e che era stato voluto dall’allora presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ispirandosi alla profezia di pace di Giorgio La Pira, il mistico prestato alla politica passato alla storia come sindaco “santo” di Firenze. Proprio al capoluogo toscano, dove La Pira aveva promosso i Colloqui mediterranei a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, la Conferenza episcopale ha consegnato il Consiglio dei giovani, dono che la Chiesa italiana ha fatto alle Chiese del bacino come segno concreto di fraternità e cooperazione. Un “parlamentino” che rappresenta i tre continenti che il grande mare unisce, Europa, Asia e Africa. A scegliere i giovani consiglieri – per volontà della Cei – le Conferenze episcopali e i Sinodi delle Chiese orientali. L’organismo è stato affidato a quattro realtà fiorentine che si muovono sui passi dell’ex parlamentare Dc e che sono state incaricare dai vertici dell’episcopato italiano di coordinare il progetto: la Fondazione Giorgio La Pira, l’Opera per la gioventù Giorgio La Pira, il Centro internazionale studenti Giorgio La Pira e la Fondazione Giovanni Paolo II nata su impulso delle diocesi della Toscana per aiutare le “periferie” dell’area mediterranea.
Giacomo Gambassi
Share this content: