La riflessione dell’abate Dom Gianni
di Giacomo Gambassi, inviato a Firenze
«Dov’è il mare a Firenze? Non c’è». Scherza dom Bernardo Gianni di fronte ai ragazzi arrivati dalle rive di diciotto Paesi per il Consiglio dei giovani del Mediterraneo. Un’afa asfissiante li accoglie nel tardo pomeriggio di ieri su una delle terrazze della città: la collina dove si trova la Basilica di San Miniato al Monte di cui dom Bernardo è l’abate. Sembra quasi una follia parlare del grande mare in una località dove le uniche sponde sono quelle dell’Arno. Ma era già accaduto un anno fa quando vescovi e sindaci del Mediterraneo si erano incontrati qui. «Il fiume che abbiamo è piccolo e non può contenere tutti i nostri desideri e le nostre speranze», sostiene il monaco benedettino olivetano. E subito aggiunge: «Allora a Firenze il mare siete voi, con le vostre onde di fraternità che lo Spirito alimento». La chiesa “dall’alto” che ha festeggiato da poco il millenario di fondazione ospita i Vespri per la pace celebrati con i giovani di Europa, Asia e Africa in un ventaglio di lingue: dall’italiano all’inglese, dall’arabo al francese. A loro dom Bernardo chiede di impegnarsi in prima persona per scrivere «una nuova storia di pace e di comunione. Non è utopia, ma è un dono che viene dal Signore e che ha bisogno dell’apporto di ciascuno di noi per trasformare il nostro drammatico presente». Poi invita i delegati a guardare la Basilica che è una catechesi d’armonia. «Facciamo che da questa esperienza estetica scaturisca una nuova etica sociale», dice citando come esempio l’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti. E sprona: «Testimoniamo che è veramente possibile amarsi gli uni gli altri».
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