I morti della spiaggia di Crotone impongono da oggi all’Italia e all’Europa di cambiare la sua politica nei confronti dell’immigrazione.
Firenze – La Fondazione Giovanni Paolo II, da venticinque anni impegnata nell’aiuto ai popoli del Medio Oriente, chiede oggi con forza al Governo italiano e alla Comunità Europea di cambiare radicalmente la sua politica verso chi scappa dalla guerra, dalla povertà, dalla tortura, dalla fame, dai terremoti.
I bambini morti a poche centinaia di metri dalla spiaggia italiana chiedono che ciascuno di noi non volti la faccia da un’altra parte, ma da oggi si impegni ad accogliere con umanità. Si, con umanità.
La costa di Steccato di Cutro diventi la svolta nella nostra politica verso l’immigrazione, dobbiamo arrivare prima della morte: da oggi il nostro impegno deve cambiare.
La Fondazione ringrazia il Presidente della Repubblica che «sollecita un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti: guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico. È altrettanto indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive».
La Fondazione Giovanni Paolo II, in questi anni, ha più volte partecipato all’accoglienza di profughi avvenuta tramite i «corridoi umanitari». Da domani dobbiamo intensificarli, impedendo che si fugga dalle guerre sfidando la morte attraverso il mare. Il Governo italiano e la Comunità Europea si impegnino da subito a realizzare e ampliare corridoi umanitari sicuri.
I bambini morti a poche centinaia di metri dalla salvezza chiedono a tutti noi di impegnarci perché questo non avvenga più. La Fondazione Giovanni Paolo II si impegnerà lavorando con tutti coloro che si adoperano su questa strada, l’unica possibile.
Firenze, 27 febbraio 2023
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