La Protezione civile sul posto con unità specializzate nella ricerca e nel soccorso e i team dei Vigili del Fuoco. L’impegno della Croce Rossa. Aiuti sul campo dalle ong italiane presenti da anni in Siria e Turchia: da Oxfam a WeWorld, da Un Ponte per a Sant’Egidio, e Avsi, Intersos, Pro Terra Santa, Azione contro la Fame, i Lions e altri ancora. Lettera di Link 2007 al ministro Tajani
La macchina dei soccorsi spinge sull’acceleratore. L’Italia, attraverso il Servizio nazionale della protezione civile, ha inviato aiuti per supportare le autorità locali nelle attività di ricerca e soccorso. In particolare, nell’ambito del Meccanismo europeo di protezione civile, il nostro Paese è in prima linea con un modulo USAR Medium (Urban Search And Rescue – ricerca e soccorso in ambito urbano), messo a disposizione dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e composto da 57 operatori, di cui 11 medici appartenenti ai Servizi sanitari regionali di Lazio e Toscana, e 12 tonnellate di attrezzature, con un team di 6 persone del Dipartimento della Protezione Civile. Tutto questo si aggiunge al primo team avanzato, composto sempre da personale del Dipartimento della Protezione Civile e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, già sul luogo della maxi emergenza. E mentre si mobilitavano gli aiuti da tutto il mondo, sono state aperte le sottoscrizioni per le raccolte fondi.
Le priorità: acqua e servizi igienici e sanitari
In risposta a questo grave terremoto, la ong Azione contro la Fame ha inviato la prima squadra di emergenza sul posto per una prima valutazione della situazione nel Paese. Questa unità è composta, tra gli altri, da un coordinatore dell’emergenza, un logista, un coordinatore per l’acqua, i servizi igienici e sanitari e un coordinatore per la salute e la nutrizione, con l’obiettivo di gestire e coordinare la risposta logistica al terremoto, tra cui le forniture d’acqua di emergenza, i prodotti per l’igiene, oltre a ripari, forniture alimentari e materiali logistici. In prima linea sono i volontari di WeWorld. «La nostra Unità di Emergenza si è attivata immediatamente – scrivono i volontari – per verificare le condizioni dello staff locale, fortunatamente illeso, e fare una ricognizione dei primi danni per valutare un intervento immediato a supporto della popolazione colpita. I nostri colleghi e le nostre colleghe in Siria sono già impegnati con azioni di primo soccorso e negli ospedali per fornire aiuto». Anche ActionAid (www.actionaid.it/emergenza-terremoto) ha aperto una raccolta fondi per sostenere i sopravvissuti. L’organizzazione chiede alla comunità internazionale di sbloccare i fondi per le emergenze in modo da fornire immediatamente aiuti e risorse di soccorso. Al momento la provincia di Kahramanmaraş, in Turchia, risulta essere la più colpita dal sisma, mentre in Siria i danni peggiori si registrano nella città di Harem. «L’area interessata dal sisma – precisano da ActioAid – presenta un alto numero di rifugiati siriani e la devastazione causata da questo terremoto rischia di porli in una condizione di maggiore vulnerabilità. Il numero di morti e feriti è tragicamente elevato e peggiora con il passare delle ore. Le forti piogge e le condizioni meteorologiche estreme stanno rendendo ancora più difficile per le squadre di ricerca e soccorso il recupero delle persone intrappolate ancora sotto le macerie e le temperature molto rigide aggiungono difficoltà per i sopravvissuti che hanno perso la casa. Gli ospedali e le strutture mediche sono stati distrutti dal terremoto e hanno bisogno di sostegno per poter salvare vite umane. Innumerevoli famiglie sono rimaste senza casa e hanno un disperato bisogno di riparo, assistenza medica, cibo, denaro e fonti di calore». La priorità, precisa un comunicato, «è fornire un sostegno immediato come un riparo, vestiti caldi e cibo a tutti coloro che hanno perso la propria casa e si trovano per strada. Le donne e le ragazze spesso sono quelle più colpite durante le emergenze umanitarie oltre a essere anche più esposte al rischio di subire violenza. Le donne incinte, le madri, in particolare quelle che allattano, e le ragazze spesso hanno bisogno di un sostegno specifico. A loro va in particolare il supporto e l’affiancamento di ActionAid in questo momento così delicato».
Anche la regione dell’Anatolia è stata fortemente colpita dal terremoto e, con essa, la diocesi locale guidata da monsignor Paolo Bizzeti, con il quale la Ong Celim-Centro laici italiani per le Missioni ha collaborato per anni in un progetto a sostegno dei rifugiati siriani e della popolazione turca povera. «Per questo motivo la nostra Ong ha deciso di aprire una sottoscrizione per sostenere la Caritas Iskenderun e, con essa, le popolazioni colpite dal sisma».
Aiuti sul campo e donazioni
Come detto la macchina della solidarietà si è subito messa in moto anche in Italia. Oltre alle varie ong e associazioni umanitarie operative sui territori colpiti dal sisma tra Turchia e Siria, molte organizzazioni – per altro già attive anche in Ucraina dopo l’invasione della Russia – si sono attivate per portare uomini, mezzi e assistenza alle popolazioni locali.
Il servizio nazionale della Protezione civile ha offerto subito la propria disponibilità a inviare aiuti per supportare le autorità locali nelle attività di ricerca e soccorso. In particolare, nell’ambito del Meccanismo europeo di protezione civile, il nostro Paese ha offerto un modulo Usar Medium (Urban Search And Rescue – ricerca e soccorso in ambito urbano), messo a disposizione dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e composto da 57 operatori, di cui 11 medici appartenenti ai Servizi sanitari regionali di Lazio e Toscana, e 12 tonnellate di attrezzature, che opererà in Turchia con un team di persone del Dipartimento della Protezione Civile».
Anche la Croce Rossa Italiana si è immediatamente messa a disposizione del gruppo di coordinamento dei soccorsi: «In queste ore drammatiche per la Turchia e la Siria devastate dal sisma – ha detto il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro -, esprimiamo il nostro più profondo cordoglio per le vittime e vicinanza a tutti i soccorritori e alle Consorelle della Mezzaluna Turca e Siriana. Ora però serve l’aiuto di tutti». La Croce Rossa Italiana lancia così un appello a contribuire alla raccolta fondi che ha aperto sui suoi canali web.
Ad Aleppo opera anche Pro Terra Sancta: «Le ambulanze continuano ad andare e si continua a scavare tra le macerie- racconta Giacomo Pizzi dell’Associazione -. Alcuni edifici, tra cui il convento francescano di Azizieh, rimangono instabili. Stiamo facendo alcune verifiche per controllare lo stato delle case e capire se sono agibili. Sono stati allestiti 20 centri di assistenza e rifugi in tutta Aleppo, due di questi sono gestiti da Pro Terra Sancta».
WeWorld è presente nell’area colpita dal terremoto da anni per portare solidarietà e assistenza. «Dopo 12 anni di conflitto, questo terremoto segna un ulteriore disastro per la Siria. La nostra Unità di Emergenza si è attivata immediatamente. I nostri colleghi e le nostre colleghe sono già impegnati con azioni di primo soccorso e negli ospedali per fornire aiuto».
«Una corsa contro il tempo per salvare più vite possibili». è l’appello di ActionAid che apre la raccolta fondi (qui) per sostenere i sopravvissuti.
Avsi si è attivata immediatamente aiutando migliaia di feriti e sfollati ad Aleppo, a 100 chilometri dall’epicentro del terremoto tra Turchia e Siria. E chiede sostegno a questo link.
Lo staff di «Un ponte per» che opera nella zona fa sapere che le famiglie sfollate in stato di bisogno sarebbero già 10mila. «E la situazione potrebbe aggravarsi nelle prossime ore».
Si è attivata anche la rete di AiBi, Amici dei bambini, ed ha a sua volta aperto raccolta fondi per l’emergenza.
Terre des Hommes è presente sul posto e ha predisposto una raccolta fondi per portare aiuto immediato alla popolazione con distribuzione di kit igienici, cibo e coperte. Si può aiutare online oppure con bonifico: Terre des Hommes Italia onlus Iban IT37E0103001633000063232384 Causale: Emergenza terremoto Siria e Turchia.
Lo stanziamento della Cei aiuterà a far fronte alle prime necessità. «Caritas Italiana, impegnata da anni nei due Paesi, è in costante contatto con le Caritas locali e la rete internazionale per offrire aiuto e sostegno». È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione online, o bonifico bancario specificando nella causale «Terremoto Turchia-Siria 2023» tramite: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111 Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474 Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013 UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U020 0805 2060 0001 1063 119.
Anche Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, ha aperto una sottoscrizione per l’emergenza alle popolazioni colpite dal terremoto.
Intersos ha attivato le sue squadre mediche di emergenza nel Nord della Siria come prima risposta. «Un’unità medica è già stata dispiegata per operare a Ein Elkorum, nel nord-ovest di Hama, e una squadra medica mobile è a Hamadaniyeh, vicino a Khan Cheikhoun, nel Governatorato di Idlib».
Anche la Comunità di Sant’Egidio ha rivolto un appello alla solidarietà per le vittime del terremoto: «Aiutateci a inviare aiuti umanitari tramite le comunità cristiane della Siria».
E anche Oxfam si è immediatamente attivata con un piano d’azione volto a portare i primi, indispensabili aiuti alla popolazione colpita. Oxfam è presente in Siria dal 2012 con la campagna «Salviamo la vita nelle emergenze» portando aiuto concreto, cibo, servizi igienici e a accogliendo chi è costretto a lasciare il proprio paese.
E anche la Fondazione Giovanni Paolo II è vicina alle persone terremotate, e collabora in Anatolia, dove opera il vescovo fiorentino padre Paolo Bizzetti e nella città di Aleppo, dove i francescani sono presenti da oltre otto secoli, tramite padre Firas Lutfi, responsabile per la Custodia di Terra Santa di quell’area. I versamenti possono essere fatti utilizzando: Banco BPM – Filiale di Firenze – Conto nr. 160407 – IBAN: IT30D0503402800000000160407 specificando nella causale (*terremoto in Anatolia, oppure *terremoto ad Aleppo). Il 100% delle donazioni verrà devoluto per gli aiuti immediati.
E ha attivato un fondo di emergenza per le comunità cristiane della Siria anche Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). I fondi saranno inviati alle Diocesi, alle Parrocchie e agli Ordini religiosi che provvederanno ad aiutare le famiglie coinvolte. La fondazione è in costante contatto con i referenti locali e sta pianificando un nuovo pacchetto di aiuti che si concentrerà su due aree chiave.
E si aggiungono di giorno in giorno nuove campagne di raccolta fondi per gli aiuti. Il Lions Clubs International Foundation (LCIF) ha già stanziato oltre 200 mila dollari. La più grande organizzazione di club di servizio al mondo con oltre 1 milione e 400 mila soci, di cui circa 38.500 in Italia, ha avviato una raccolta fondi per supportare il popolo turco e siriano, le famiglie rimaste senza una casa, feriti e sopravvissuti, le squadre di ricerca e soccorso impegnate in queste ore nella ricerca dei dispersi, in una lotta contro il tempo. Per partecipare si può effettuare un bonifico al conto Lions Club International Multidistretto 108 Italy codice IBAN IT51C0623003201000064384216 causale: aiuti al popolo Turco e Siriano (per i soci lions indicare il Club di appartenenza). Oppure è possibile effettuare una donazione diretta alla Lions Clubs International Foundation. Tutte le informazioni circa le modalità di partecipazione sono rintracciabili al link: www.lions.it/2023/02/08/turchia/.
E, ancora, ricordiamo che dal 2018 ad Aleppo è presente COOPI, che dalle prime ore del disastro sta fornendo i primi aiuti ai terremotati e ha attivato un link (dona.coopi.org/terremotosiria). Ma si può donare on line ma anche con bonifico bancario (Banca Popolare Etica – IBAN IT89A0501801600000011023694) e bollettino postale (c/c 990200 intestato a COOPI). Causale: Emergenza terremoto.
Arriveranno direttamente in Siria, a Damasco, i fondi raccolti dalla chiesa Greco Melchita Cattolica di Roma, dove Chihade Abboud è rettore della Basilica di Santa Maria in Cosmedin. Garante del loro utilizzo per la popolazione civile nel nord dal Paese sarà lo stesso Patriarca di Damasco, Youssef Absi. Questi i riferimenti per le donazioni: Codice Iban IT06P0503403267000000010604 Intestato a: Basilica Santa Maria in Cosmedin. Ragione sociale: BASILICA SANTA MARIA IN COSMED. Filiale di Roma – Donna Olimpia. Codice swift: BAPPIT22
Con negli occhi le immagini strazianti di bambini estratti dalle macerie in Turchia e Siria dopo le devastanti scosse di terremoto dei giorni scorsi, Save the Children ha dichiarato che si sta rapidamente chiudendo la finestra temporale per portare rifugi, forniture mediche, acqua e cibo nelle aree più colpite per salvare vite umane. Dall’8 febbraio, il team di risposta alle emergenze di Save the Children Turchia ha risposto ai bisogni dei bambini e delle famiglie attualmente rifugiati in strutture temporanee come i centri sportivi, fornendo pasti caldi in varie località. L’Organizzazione è inoltre pronta sul campo a sostenere le comunità colpite e sta organizzando la distribuzione di kit di emergenza e contro il freddo, con coperte e abbigliamento invernale, cibo, pappe, acqua, carburante, kit per l’igiene e altri supporti. Save the Children sta inoltre supportando i suoi partner nel Nord-Ovest della Siria per fornire ulteriori razioni di cibo pronte per il consumo, tende, kit di emergenza, per aiutare a rimuovere i detriti, oltre a offrire assistenza ai centri sanitari con forniture mediche e carburante. Per supportare la risposta all’emergenza di Save the Children, puoi fare una donazione qui: https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze#form-start .
Dal canto suo l’associazione consortile Link 2007 ha scritto una lettera al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, per chiedere che le sanzioni contro la Siria siano rimosse e che sia costituito un fondo speciale d’emergenza per rafforzare l’aiuto umanitario che le Ong italiane già presenti nel Paese stanno portando in loco. «Il gravissimo terremoto in Turchia e Siria – si legge – vede molte Ong umanitarie italiane operative nel soccorso alle persone colpite ed in particolare ai feriti e ai più vulnerabili». Link 2007 ha evidenziato al ministro come «la situazione nel Nord della Siria è ancora più complessa e grave a causa delle conseguenze della lunga guerra civile e delle divisioni che continuano a dilaniarla. Il governo italiano e l’Unione Europea si stanno impegnando e meritano gratitudine. Occorre però fare di più e in modo ancora più mirato, lì dove i bisogni sono più acuti». Per soccorrere le persone nelle aree colpite in Siria viene chiesto al Ministro Tajani di “farsi promotore a livello europeo e internazionale perché le sanzioni occidentali contro la Siria siano rimosse».
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