26 dicembre 2022
Nasce a Firenze un consiglio per le nuove generazioni che crescono attorno al «mare nostrum». Dove «nostrum» non è appannaggio di nessuno, ma dà la dimensione comunitaria che il Mediterraneo suggerisce, bagnando le coste di una molteplicità di Paesi con etnie, culture, religioni e gruppi sociali diversi accomunati tutti proprio da queste acque.
Chissà cosa avrà pensato – lo immagino ancora vivo spiritualmente – Giorgio La Pira, storico primo cittadino della città toscana negli anni Cinquanta del secolo scorso, a vedere il Salone degli Innocenti nella bellissima piazza dell’Annunziata, strapieno di studenti, professori, educatori, uomini e donne delle istituzioni. Tutto si è svolto sabato mattina, 17 dicembre 2022, quasi a coronare il sogno del piccolo grande uomo siciliano, trapiantato a Firenze di cui è divenuto una icona, non solo politica.
Mediterranea, ecclesiale, giovanile
La proposta di questo consiglio dei giovani nasce oggi dalla Chiesa italiana che, a distanza di alcuni mesi dal convegno che, nel febbraio scorso, ha riunito a Firenze sindaci e vescovi di città e Paesi che si affacciano sul «mare nostrum», ha voluto dar seguito a quella iniziativa con un passo concreto.
Il progetto vuole avere come protagonisti i giovani. Lo si è visto anche sabato quando, al termine della mattinata, – e forse troppo tardi – hanno parlato due giovani interlocutrici, una libanese e una fiorentina. E lo hanno fatto con competenza, entusiasmo, visione politica nel senso più ampio e vero del termine. Forse avrebbero dovuto essere protagoniste ben prima della conclusione dei lavori che, ovviamente, fino a quel momento avevano visto alternarsi persone tutt’altro che giovani.
I giovani «sono come le rondini, vanno verso la primavera», suggeriva La Pira. E papa Francesco nel 2018, incontrando le associazioni italiane che si ispirano al «sindaco santo», concluse il suo saluto affermando: «Oggi ci vogliono profeti di speranza, profeti di santità, che non abbiano paura di sporcarsi le mani, per lavorare e andare avanti. Oggi ci vogliono “rondini”: siate voi».
Proprio queste parole offrono la triplice prospettiva con cui nasce questa iniziativa «mediterranea», «ecclesiale» e «giovanile»: la cura della dimensione spirituale, l’amore alla Chiesa e il rafforzamento dell’azione pastorale davanti alle sfide odierne che richiedono l’impegno per la costruzione di ponti attraverso rapporti fraterni. È necessario, infatti, che, come sempre nella storia, ma anche con intervalli dolorosi, i popoli che si affacciano sulle acque del nostro mare imparino a dialogare per assicurare pace e unità fra etnie, culture e religioni.
La mattinata nella Sala degli Innocenti si è svolta con interventi interessanti che hanno chiarito la genesi di questo progetto nella prospettiva di conoscenza reciproca fra comunità ecclesiali e religiose e di dialogo costruttivo fra popoli, culture e fedeli di Chiese e religioni diverse.
Appuntamento con la storia
Particolarmente «personale» la condivisione del card. Bassetti, già Presidente della CEI, che ha raccontato la sua scelta di impegnarsi sulla scena mediterranea che ha portato ai convegni di Bari e Firenze e che oggi prende una prospettiva futura ad ampio respiro con il consiglio dei giovani. Toccante l’intervento del Vicario Apostolico latino del Libano, Cesar Essayan, che oltre alla sua esperienza personale ha condiviso l’attuale stato del Paese di fronte ad una crisi spaventosa. Non meno interessante anche se di tutt’altro genere, anche quanto ha detto il rappresentante della diocesi di Marsiglia, una di quelle più all’avanguardia nel costruire ponti fra etnie, comunità sociali e culturali nonché religiose.
Si prevede di realizzare e facilitare incontri fra giovani di città e diocesi dei vari Paesi dell’area mediterranea, di organizzare campi scuola per ebrei, musulmani e cristiani di diverse Chiese, di favorire scambi di esperienze e percorsi di studio sulle sfide e sulle problematiche dei popoli che vivono attorno a questa area.
Il progetto si preannuncia affascinante anche se impegnativo. Qualcuno, come la Comunità della Rondine di Arezzo ha già avviato attività in questo senso. Una delle due giovani relatrici è stata la partecipante del primo corso tenutosi immediatamente dopo il convegno fiorentino del febbraio scorso. E la comunità era presente con i partecipanti al secondo corso che è in pieno svolgimento.
L’Istituto Universitario Sophia ha partecipato con alcuni studenti, una egiziana ed uno palestinese, con una delle coordinatrici della «community life» e uno dei membri della Fondazione Sophia. Certo che il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo ci offre una sfida che non si può non accettare e alla quale possiamo dare un contributo di comune accordo con il Centro La Pira di Firenze, ormai radicato sul territorio fiorentino come punto di riferimento per gli studenti provenienti da diverse parti del mondo, in particolare dall’area mediterranea.
Uscire dalla Sala degli Innocenti in una Firenze soleggiata, dopo giorni di pioggia torrenziale e qualche timore per il livello dell’Arno, non poteva non incoraggiare alla speranza e a un futuro generativo. Una collega mi confidava: «Non possiamo perdere l’appuntamento con la storia». Speriamo!!!
Roberto Catalano
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