Sì, si è fatta troppa poesia sul Natale. Si è trasformata l’Incarnazione in un’orgia di consumo. Ma la saturazione del profano, la condanna del pretestuoso, dell’inutile sta diventando una conquista. Anche questo forse è un segno di nuovi tempi. Non è il caso di essere pessimisti. C’è tutta una gioventù cristiana che non ama più commuoversi a Natale. E il povero non si lascia più sedurre dal pacco di Natale. Provate voi a preparare il famoso pranzo per i poveri: certo, il barbone è sempre pronto ad approfittarne; ma perfino il barbone sa che deve mangiare tutto l’anno e non solo a Natale. Anche l’uomo della strada ormai conosce le cifre della vergogna. Lo sanno tutti che ogni anno nel mondo muoiono per fame milioni di uomini….
Allora? Quanti Natali nella tua vita!
Forse cinquanta, forse settanta, ottanta! Duemila Natali! Ma ai Suoi occhi mille anni sono come un giorno che è già passato. L’importante è che ogni anno succeda qualcosa e tu possa dire: ecco, questo è un Natale nuovo.
David Maria Turoldo
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