di Giacomo Gambassi, sabato 10 dicembre 2022
Passa anche dall’attenzione alle città la lotta alla povertà in Terra Santa. Come mostrano due progetti che la Fondazione Giovanni Paolo II coordina da un anno. Due piani d’intervento che uniscono quattro amministrazioni comunali, due italiane e due della Palestina. Un doppio gemellaggio nel segno della «cooperazione decentrata», spiega Carlo Simonetti, responsabile dell’ufficio progetti della Fondazione toscana.
I due municipi della Penisola coinvolti sono quelli di Bergamo e di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, che «da subito si sono messi a disposizione in risposta all’aiuto richiesto dai Comuni palestinesi di Gerico e Betlemme». A finanziare gli interventi l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Punta sul sostegno all’occupazione il percorso a Gerico. Con uno sguardo particolare al settore agro-alimentare in uno dei distretti più importanti del Medio Oriente. Fra gli obiettivi c’è quello di creare nuovi posti di lavoro per i giovani e per le donne, ma anche di migliorare la qualità delle produzioni con standard riconosciuti dal mercato internazionale. In prima linea le piccole imprese del territorio insieme con le associazioni di settore, anche promuovendo la formazione professionale. «Vogliamo contribuire al rafforzamento dei servizi alle aziende attraverso il sistema istituzionale incentivando l’inclusione economica», sottolinea Simonetti. Ed è il comprensorio di Bergamo a trasferire le competenze maturate nell’ambito della valorizzazione delle produzioni locali.
A Betlemme il sopporto italiano è legato alla riqualificazione della raccolta dei rifiuti con la partecipazione del Comune di San Giovanni come capofila. Il progetto intende rendere più efficace il sistema dei rifiuti solidi urbani in Cisgiordania grazie alla raccolta differenziata e ad azioni di economia circolare urbana. In cantiere un polo di stoccaggio e di riciclo che si tradurrà nella creazione di un eco-center all’interno del governatorato di Betlemme. «Serve aumentare la consapevolezza in tema sostenibilità ambientale che può permettere anche di far nascere start-up “verdi”».
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