di Maria Fleurent, 3 Dicembre 2022
Al Museo degli Innocenti, mostra sul restauro della basilica della Natività di Betlemme, per i 25 anni della Fondazione Giovanni Paolo II. Incontri per il Medio Oriente.
Quest’anno ricorrono venticinque anni dal pellegrinaggio, guidato dal vescovo di Fiesole mons. Giovannetti nell’agosto 1997, che ha dato origine alla Fondazione Giovanni Paolo II, e venti dall’assedio della Basilica della Natività del 2002 che tenne per giorni tutto il mondo con il fiato sospeso. La Fondazione Giovanni Paolo II vuole ricordare questi due momenti portando a Firenze “Bethlehem Reborn. Palestina, le meraviglie della Natività”.
La mostra è stata voluta dall’Ambasciata della Palestina presso la Santa Sede, sostenuta dall’Alto Comitato Presidenziale Palestinese per gli affari con le Chiese, dal Comitato Presidenziale per il Restauro della Chiesa della Natività in collaborazione con Bethlehem Reborn Development Foundation.
Da un’idea nata nel dicembre 2019, dopo le esposizioni itineranti come quella di Aquileia e Colonia nel 2021 e al Palazzo Unesco di Parigi nell’ottobre 2022, la mostra è ora aperta a Firenze dal 3 al 18 dicembre 2022 a ingresso gratuito, tutti i giorni dalle 10 alle 18, presso le Sale Agata e Smeralda nel Museo degli Innocenti, edificio realizzato da Brunelleschi. Vi si racconta il restauro della Basilica della Natività di Betlemme, realizzato dalla ditta Piacenti di Prato.
È programmato anche un fitto calendario di momenti di riflessione e approfondimento sui temi del dialogo, della cooperazione, della pace, del Mediterraneo, in sintonia con il concept espositivo, spiega Andrea Bottinelli, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II. In questi venticinque anni la Fondazione ha rivolto il proprio impegno al Medio Oriente, aiutando i cristiani che vivono nella «terra dove tutti siamo nati».
Si aggiunge il concerto a ingresso gratuito dal titolo “Oltremare”, eseguito dal quintetto italo-palestinese Maram Oriental Ensemble, sabato 10 dicembre alle ore 17 presso la Sala Brunelleschi, sempre all’interno del Museo degli Innocenti.
LA BETLEMME RITROVATA
LE MERAVIGLIE DELLA BASILICA DELLA NATIVITÀ TRA ARTE E STORIA
Al termine di un restauro durato quasi dieci anni, torna a risplendere l’originaria bellezza artistica e architettonica della basilica della Natività di Betlemme, la chiesa più antica della cristianità, un luogo simbolo dell’umanità restituito ai fedeli di tutto il mondo.
La mostra “Bethlehem Reborn: le meraviglie della Natività” racconta le scoperte dei nuovi scavi archeologici e dei complessi interventi di restauro attraverso gli occhi e le voci dei pellegrini che nel corso dei secoli hanno venerato il luogo della nascita di Gesù. Parole e pensieri che accompagnano il visitatore del XXI secolo a scoprirsi egli stesso un moderno pellegrino.
Il racconto inizia dall’epoca dei primi cristiani che veneravano una semplice grotta all’età degli imperatori bizantini, che costruirono le più magnificenti basiliche dell’antichità, successivamente fortificate e sfarzosamente decorate dai cavalieri che fondarono il Regno Crociato di Gerusalemme.
Il percorso espositivo si spinge fino ai giorni nostri, attraversando un lungo periodo di abbandono e degrado che aveva messo in serio pericolo le architetture del monumento, fino al momento in cui, grazie a un accordo storico, l’Autorità Nazionale Palestinese ha impegnato ingenti risorse economiche e professionali per gestire un progetto di restauro in condizioni sociali, politiche e diplomatiche molto delicate, armonizzando le istanze delle tre comunità religiose responsabili della Basilica della Natività: il patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, i francescani della Custodia di Terra Santa e il patriarcato armeno di Gerusalemme.
La storia del monumento è raccontata attraverso gigantografie fotografiche, postazioni video e suggestive riproduzioni dei reperti più significativi, come alcune delle pitture su colonna, il mosaico di uno dei volti angelici, una delle lampade vitree ritrovate dagli archeologi. Inoltre un modello tridimensionale in scala 1/50 – realizzato in resine bioplastiche dal Dipartimento di Ingegneria civile e architettura dell’Università di Pavia – che permette di osservare da vicino l’edificio in ogni suo più piccolo dettaglio.
La descrizione della mostra è affidata ai testi dell’archeologo Alessandro Fichera che ha personalmente seguito gli scavi archeologici e l’analisi delle architetture del monumento; ai video di Tommaso Santi, sceneggiatore e regista; a Taisir Hasbun, co-curatore e direttore artistico di origini palestinesi da molti anni residente in Italia.
C.S.M.
Ufficio Stampa, 3 dicembre 2022
Contributi fotografici: Gianni Pasquini
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