«Un viaggio nella speranza. Un bel viaggio, interessante e utile, che ci fa capire che solo unendo forze, volontà e competenze si può arrivare a ottenere risultati che nessuno, da solo, potrebbe mai raggiungere». Così il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, definisce, nella premessa, l’ultimo libro di Renato Burigana, Là dove tutti siamo nati, edito dalla Società editrice fiorentina (pp. 110, euro 12), presentato nei giorni scorsi a Fiesole, presso l’Aula magna del Seminario, con gli interventi del vescovo Luciano Giovannetti, di padre Ibrahim Faltas, parroco di Gerusalemme, di Franco Cioni (Unicoop Firenze) e il contributo «estemporaneo» dell’ex sindaco di Firenze e presidente della Fondazione Giorgio La Pira, Mario Primicerio, e del direttore della Fondazione Giovanni Paolo II, Angiolo Rossi. L’ultimo lavoro di Burigana, che si rifà all’affermazione («Là dove tutti siamo nati») più volte ripetuta dallo stesso vescovo di Fiesole che ha un legame particolare con la Terra Santa, è una storia che ha per protagonista la terra di Gesù, quella dove il Figlio di Dio è nato, ha vissuto, è morto ed è risorto. Per questo, «là tutti siamo nati». Burigana, che da anni si occupa di cooperazione, ha avuto modo di visitare più volte la Terra Santa, dapprima come normale pellegrino e poi come collaboratore e promotore di tanti progetti di solidarietà anche attraverso la Fondazione Giovanni Paolo II di cui è attualmente uno dei responsabili. Tanti viaggi che gli consentono ora di raccogliere in volume, tra verità e fantasia, le profonde emozioni che prova chiunque credente abbia l’opportunità di camminare sulle pietre dove ha camminato Gesù, di pregare nei luoghi della sua vita, morte e resurrezione. Burigana è bravo nel miscelare «cronaca» e «racconto» in un volume agile e di facile lettura, ma non per questo privo di contenuti teologici, riflesso evidente dei suoi studi giovanili. A questo si aggiunge una rassegna di luoghi e personaggi tra cui spiccano i frati francescani: da Bellarmino Bagatti a Virgilio Corbo (morto nella «sua» Cafarnao), a padre Rodolfo Cetoloni, ora vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, ma grande conoscitore della Terra Santa.
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