Toscana Oggi n.44 del 7 Dicembre 2008
Speciale Fondazione Giovanni Paolo II
Tre giorni in Israele missione «Palestina»:affari o solidarietà? meglio affari e solidarietà?
Così e con questa domanda in attesa di risposta ho accettato volentieri la proposta della Fondazione Giovanni Paolo II. Gli incontri e le sessioni di lavoro serrate con esponenti del mondo religioso, culturale, economico e politico delle aree critiche intorno a Gerusalemme (Bethlehem, Ramallah, Birzeit, Jericho,) hanno avuto la efficacia di mostrare senza retorica e senza pregiudizi la situazione economica e sociale in cui migliaia di persone vedono limitata la loro legittima aspettativa di cogliere tutte le opportunità di crescita individuale e collettiva.
Sorprendentemente ma con coerenza verso gli obiettivi della missione la situazione internazionale, non estranea alla configurazione attuale – non solo territoriale – dei rapporti politici tra israeliani e palestinesi, non ha fatto mai da sfondo alle analisi ed ai confronti che invece si sono svolti con grande serenità e improntati soprattutto alla conoscenza dei fenomeni di microeconomia di area e congiunturali per progettare possibili e stabili relazioni. Le investigazioni spinte necessariamente solo in alcune aree come l’import-export di prodotti agroalimentari oppure nel settore turistico-ricettivo, nell’artigianato caratteristico (legno e madreperla) così come nella promozione dei prodotti tipici di derivazione dalle lavorazioni dei «sali del mar morto» potrebbero diventare i primi veri temi su cui sviluppare studi di fattibilità per eventuali Joint-venture con le Aziende incontrate.
L’importanza della formazione professionale dei giovani, della loro carriera scolastica, del pericolo della loro emigrazione verso altri Stati riducendo se non annientando ogni speranza di futuro, sono stati poi al centro di altre interessanti valutazioni condivise con professionisti, professori universitari e rappresentanti delle istituzioni economiche. A questo punto non rimane per ciascuno dei partecipanti che rispondere alla semplice domanda: Come si può o si deve fare perché tutto non finisca per arenarsi nei banchi di sabbia appena solo poco sommersi dalle acque delle dotte dissertazioni politico-economiche?
La fondazione Giovanni Paolo II ci ha invitato a riflettere e tentare soluzioni: il progetto ha avuto il suo autorevole annuncio. Un importante autore del secolo trascorso ha scritto che per compiere grandi azioni è necessario avere un grande cuore e per compiere grandi opere è necessario avere una grande mente. Pochi possono vantare quelle qualità; per aiutare qualcuno basta tuttavia molto meno.
Andrea Bottinelli
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