Toscana Oggi n.44 del 7 Dicembre 2008
Speciale Fondazione Giovanni Paolo II
Il simbolo della Palestina lo si incontra lasciando Gerusalemme per entrare a Betlemme: poco dopo aver passato i controlli Israeliani, si trova un murales che raffigura una colomba con l’ulivo e… con il giubbotto antiproiettili. La Palestina è questo: un popolo alla ricerca della pace, ma che vive ogni giorno con il terrore della guerra. L’economia chiaramente risente di questa precarietà e non offre prospettive sicure nel lungo periodo (anche se oggi la instabilità non è solo di quei mercati). Gli strumenti a garanzia degli investimenti esteri messi a punto dalle autorità palestinesi sono interessanti, anche se ancora da affinare. La tenacia di quel popolo e la qualità della formazione universitaria, fa pensare che presto ci possano essere interessanti sviluppi.
Se ancora oggi gli investimenti esteri sono più a sfondo solidaristico che esclusivamente imprenditoriali, è da immaginarsi che a breve non sia più così. Negli incontri avuti con gli imprenditori e le camere di commercio palestinesi abbiamo ricevuto il messaggio chiaro di chi non chiede un aiuto a titolo solidale, ma chiede di trovare ambiti di collaborazione che siano opportunità di sviluppo per entrambe le parti.
Alcuni Paesi della Ue hanno già capito queste potenzialità, a giudicare dagli investimenti che hanno recentemente realizzato per rafforzare la loro presenza. Nei prossimi mesi ci saranno alcuni passaggi determinanti per il futuro di questi territori: tra gennaio e febbraio ci saranno le elezioni politiche israeliane e palestinesi. Dall’esito di queste dipenderà molto del futuro di questa terra così martoriata.
Fabio Cacioli
Share this content: