18 luglio 2008
Favorire l’incontro tra culture diverse attraverso lo sport. E’ stato questo lo spirito del progetto “Children without borders” che abbiamo promosso insieme all’amministrazione provinciale di Siena nell’ambito del programma “Terre di Toscana: strumenti per la pace”, che, nel mese di giugno, ha ospitato una delegazione di ragazzi palestinesi in Amiata e ValdiChiana, proponendo attività di vario genere. L’intero programma, ha coinvolto i Comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montepulciano, Torrita di Siena e Sinalunga; la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza; la Croce Verde Gruppo “Le Coccinelle”; la Fondazione Giovanni Paolo II ONLUS; l’Ucodep ONLUS; l’associazione Amici di Betlemme ONLUS e la Rondine Cittadella della Pace ONLUS.
Il programma “Terre di Toscana: strumenti per la pace” è stato promosso con l’obiettivo di rafforzare lo scambio tra la Toscana e la Palestina e di sviluppare iniziative volte a favorire il benessere fisico e sociale dei bambini e dei giovani della Palestina, con particolare attenzione per le zone di Hebron, Betlemme e Gerusalemme.
I ragazzi che abbiamo ospitato ad Abbadia sono stati coinvolti, grazie alla collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II, la parrocchia di San Salvatore di Gerusalemme ed il centro sportivo di Beit Hanina di Gerusalemme, in un corso di formazione per allenatori di calcio e di basket di primo livello, riservato esclusivamente ad operatori sportivi che per la prima volta si sono cimentati in questo compito. L’iniziativa ha coinvolto quindici ragazzi, di cui sei donne, provenienti da Betlemme e Gerusalemme e ha visto protagonisti gli allenatori che hanno partecipato all’iniziativa “Il bambino ruota lo sport”, progetto di promozione sportiva conclusosi nei mesi scorsi ad Abbadia, lo Sci Club Amiata, l’associazione “Trekking e bike”, ma anche allenatori della Mens Sana Basket e dell’A.C.Siena. Il progetto “Children without borders”, coordinato da Fabio De Biasi e da Marco Cappelletti, ha visto impegnati anche alcuni bambini badenghi, che avevano il compito di rappresentare le tecniche di allenamento e di simulare le modalità con cui far effettuare gli esercizi.
Il progetto ‘Children without borders’ ha rappresentato un momento importante di crescita culturale e sociale per tutta la nostra comunità. L’obiettivo che ci siamo posti aderendo a questa iniziativa è stato quello di portare il nostro contributo nel miglioramento della condizione dei giovani palestinesi, cercando di promuovere lo scambio culturale, il rispetto e il dialogo tra le culture, nuove occasioni di socializzazione attraverso lo sport, soprattutto quello di squadra. A tutto questo, poi, si è aggiunta la volontà di rafforzare e di continuare i rapporti di cooperazione tra le nostre zone e la Palestina. Proprio con questo spirito, nei giorni scorsi, abbiamo sancito il gemellaggio culturale tra la Chiesa del Santissimo Salvatore di Gerusalemme, l’Abbazia del Santissimo Salvatore di Abbadia San Salvatore e l’amministrazione comunale.
Il gemellaggio è nato in maniera spontanea, come segno di ringraziamento di Padre Ibrahim Faltas, frate francescano parroco di Gerusalemme, all’impegno di Abbadia San Salvatore nel progetto “Children without borders”. Padre Ibrahim è venuto ad Abbadia nei giorni della Festa medievale ed è rimasto favorevolmente colpito da questa suggestiva manifestazione, al punto da proporci di ripetere l’iniziativa nella città vecchia di Gerusalemme. E’ una proposta che ci onora e che speriamo di poter attuare, come ulteriore segno della nostra vicinanza alla Palestina e, in particolare, all’operato di Padre Ibrahim Faltas.
Lorenzo Avanzati, Sindaco di Abbadia San Salvatore
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