Toscana Oggi n.21 del 1 Giugno 2008
Speciale Fondazione Giovanni Paolo II
Avvenne durante il primo pellegrinaggio della Diocesi di Fiesole, nel 1997, voluto come momento privilegiato di preparazione in vista del Giubileo del 2000. Sono passati undici anni da quel giorno d’agosto in cui sperimentammo la forza della «tromba di Dio» che, come con Giosué a Gerico, fa crollare le mura degli uomini. Quel giorno per noi le mura insormontabili erano costituite dal blocco militare che ci vietava l’ingresso in Betlemme, così come da un mese ormai aveva chiuso ogni possibilità di scambio vitale fra Betlemme ed il resto del mondo.
La richiesta, le trattative, le ore di attesa. Il rifiuto. La decisione di scendere dai dodici pullman, seicento pellegrini che «assediano» il blocco armati della liturgia della Parola di Natale. Le parole del Vescovo Luciano: ancora oggi non c’è posto per Gesù, non c’è accoglienza, Egli continua ad essere rifiutato. In quella strada abbiamo celebrato un Natale indimenticabile: nel canto e nell’atmosfera densa di fede si fece viva una letizia semplice nel ricordo dell’evento straordinario della nascita del Signore, presagio di una gioia piena, che di lì a poco avrebbe invaso i nostri cuori: il permesso di entrare a Betlemme, quelle mura crollate per il suono di una preghiera, il miracolo della pace, quando la preghiera può più della forza.
L’arrivo a Betlemme, la gioia e l’entusiasmo grato dei suoi abitanti, ormai allo stremo delle forze, furono un sigillo indelebile di predilezione per quel luogo umile e grande, come una mangiatoia dove è deposto il Re dei re, che ha segnato da allora il cuore della Diocesi di Fiesole e poi di altre Diocesi toscane, prima fra tutte Montepulciano-Chiusi-Pienza.
Da allora è stato un fiorire di rapporti, di amicizia, di dialogo, di collaborazione, di vicinanza affettiva ed effettiva. Sono fiorite iniziative di solidarietà, che hanno coinvolto altri soggetti ed organismi sensibili ai temi della solidarietà e dell’attenzione ai più deboli. Le realizzazioni di importanti strutture sociali per la scuola dei Francescani (la struttura polivalente, la scuola materna, ecc.), la promozione del lavoro degli artigiani di Betlemme, con gli accordi commerciali con Coop Italia ed il prolificare di tante piccole iniziative di commercializzazione dei prodotti in legno d’olivo nate nelle nostre parrocchie, l’avvio ed il consolidamento delle adozioni scolastiche a favore dei ragazzi del Terra Santa College, cresciute poderosamente con l’inserimento del progetto all’interno delle iniziative del «Cuore si scioglie», sono stati segni tangibili di questo affetto, di questo innamoramento per il piccolo, grande capoluogo di Giuda e per i suoi tormentati abitanti, parabola della condizione umana costretta alla sofferenza da illogiche «logiche politiche», da ideologie che in mille diverse vesti, cercano di piegare l’uomo e la sua dignità a interessi e profitti di parte.
Ma il «miracolo d’agosto» sta portando una miriade di frutti benefici, nati dall’iniziativa di tante persone di buona volontà che hanno saputo tessere rapporti di amicizia e di concreta solidarietà, con attenzioni ed aiuti verso i più deboli (il Baby Hospital, l’Orfanotrofio di Suor Sophie, Effata, il Seminario e tante altre situazioni più particolari). Sono nati stabili rapporti di amicizia fra Betlemme e tanti Comuni toscani, con visite, presenza di gruppi di giovani in molteplici iniziative improntate alla conoscenza ed amicizia nel nome della pace. Un lavoro profondo, di prospettiva, per abbattere ancora i muri di diffidenza ed ignoranza che generano odio ed incomprensione.
Guardando a questi anni trascorsi da quella straordinaria esperienza possiamo davvero dire che lo straordinario è avvenuto dopo, che il blocco aperto è stato quello del nostro cuore, che molto più abbiamo ricevuto di quanto abbiamo dato, che fiumi d’acqua viva possono generarsi da una fede convinta nella capacità dell’azione dello Spirito in mezzo a noi.
Carla Gonfiotti
Share this content: